di Gabriella Quercia

Bitonto, il giardino della Mandragora: «Qui salviamo le piante curative»
BITONTO - «Pochi sanno che sulla Murgia abbiamo delle bacche simili a quelle di goji con proprietà antiossidanti: combattono i radicali liberi che causano l’invecchiamento e il cancro. Non c’è bisogno mica di importare prodotti dall’Indonesia per avere effetti benefici, basta guardarsi intorno».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Parola di Nicola Sannicandro, 32enne laureato in Tecniche erboristiche e fondatore, assieme alla 31enne Francesca Florio e al 26enne Adriano De Palo, dell’associazione “La Mandragora”. Nel loro giardino, vasto circa 4000 metri quadri, che sorge tra Palombaio e Bitonto, curano e coltivano piante officinali e erbe aromatiche. Ci rechiamo da loro in una mattinata riscaldata dai primi timidi raggi di sole primaverili, che illuminano ciò che si presenta davanti ai nostri occhi: circa 100 tipi di piante officinali e una trentina di erbe aromatiche. (Vedi foto galleria)

«Abbiamo deciso di fare tutto questo per avvicinarci alla conoscenza delle piante del nostro territorio e alle ricchezze inimmaginabili che è in grado di offrirci – spiega Nicola -. Ci basiamo sul modello dell’ “hortus conclusus”, tipico dei monasteri medievali. Infatti raccogliamo sulla Murgia i semi antichi delle piante e li portiamo qui».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

«Il nostro compito – dice ancora l’esperto - è quello di salvare le piante, che rischiano, non essendo valorizzate, di scomparire dalla memoria collettiva, quando invece conoscendo i loro benefici, potrebbero essere utilizzate anche per curare piccoli e passeggeri malesseri. Le piante infatti hanno la straordinaria capacità di mantenere in salute il nostro corpo, di farci stare bene».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Ma quali sono le piante che hanno i maggiori poteri curativi? Su internet ad esempio “spopola” l’Artemisia annua che viene indicata come “erba miracolosa”: sembrerebbe che abbia la capacità di distruggere le cellule tumorali. Chiaro che però sul web si esagera sempre e spesso: l’abbiamo visto nel caso dell’albicocca, quando ci si scordava di illustrare le controindicazioni a cui portava l’ingerimento dei suoi semi. Nicola infatti prende le “notizie di internet” con i piedi di piombo: «A livello sperimentale, cioè dai test fatti in laboratorio, è stato dimostrato che l’Artemisia (pianta nota perché antimalarica) ha effettivamente delle proprietà antitumorali, anche se di fatto non è mai stata utilizzata per malattie del genere e quindi non si è in grado di dire se funzioni o meno contro il cancro».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Lasciando quindi perdere i “miracoli”, parliamo di quei prodotti naturali che aiutano ad esempio contro un normale raffreddore. I nostri nonni ad esempio utilizzavano un decotto ottenuto da fichi secchi (i cosiddetti “chiaconi”), miele e carrube, come sciroppo, utile in casi di tosse. Scopo simile è quello del Marrubium vulgare, comunemente conosciuto come marrubio, che facilita l’espulsione del catarro, agendo a livello respiratorio.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)


«E che dire dell’aglio? – sottolinea Nicola-. E’ una delle piante più antiche e curative esistenti al mondo. Uno spicchio di aglio previene malattie quali la febbre. Infatti si dice che gli schiavi egiziani, durante la costruzione delle piramidi, erano soliti mangiarne per evitare di ammalarsi».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Il territorio pugliese inoltre regala anche delle importanti piante, rare purtroppo, quali la Poterium spinosum che, secondo l’esperto erborista, «avrebbe degli effetti strabilianti, come quello di essere antidiabetica. E’ rintracciabile nei pressi di Monopoli e in Salento». Un’altra pianta che avrebbe delle importanti proprietà è il giallo elicriso. «Necessita di poca acqua, ha un buonissimo odore e i suoi olii sono consigliati per i trattamenti antiallergici e antinfiammatori», afferma sempre Nicola.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Un toccasana per i calcoli renali è invece la “spaccapietra”, erba spontanea facilmente ritrovabile sui muri. Tuttavia però l’uso sempre più aggressivo e crescente dei diserbanti ha fatto sì che questa pianta sia rintracciabile solo in zone impervie della località murgiana. Ancora, c’è l’iperico, un fiore giallo che se schiacciato fa fuoriuscire dal suo interno del liquido di colore rosso. In passato questa particolarità ha suggerito l’utilizzo del fiore per curare le ferite, anche in casi di scottature. Si dice addirittura che sia stato impiegato per lenire le piaghe di Gesù.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Ma anche le piante aromatiche avrebbero la loro importanza. Origano, timo e rosmarino, per citarne alcuni, racchiudono scopi officinali. «Infatti l’origano ad esempio è un antisettico e antibatterico delle vie respiratorie- afferma Nicola-. I vapori di queste piante aspirati con degli olii essenziali sono un vero e proprio toccasana per il nostro corpo. E’ comunque importante utilizzarli quando sono freschi: le piante aromatiche andrebbero raccolte all’alba, quando la rugiada non è ancora evaporata».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Prima di abbandonare questo piccolo paradiso a pochi passi dal ritmo frenetico cittadino, Nicola ci illustra il loro  metodo di coltivazione. «Per evitare l’impiego di sostanze chimiche nocive per l’ambiente e l’uomo, ricorriamo alla “consociazione sinergica”  - afferma -. Consiste nel coltivare determinate piante vicine tra loro in modo che ognuna possa proteggere l’altra. Ad esempio alcune piante aromatiche tengono lontani microrganismi nocivi attraendo invece molti insetti utili per le altre coltivazioni. La natura non lascia nulla al caso, basta studiarla e osservarla, senza dimenticarci che ne facciamo parte».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Qui il link della pagina Facebook dell'associazione "La Mandragora".


© RIPRODUZIONE RISERVATA Barinedita
Una panoramica del campo coltivato dai ragazzi dell'associazione bitontina La Mandragora
Un'altra immagine nella quale è possibile ammirare la presenza di vegetazione ricca
Una porzione di terra con degli strumenti utilizzati per lavorare il campo
L'Artemisia annua, la pianta che si ritiene abbia delle proprietà antitumorali
L'elicriso non ancora sbocciato, che ha proprietà antiallergiche e antinfiammatorie
Un Iperico non ancora sbocciato, che viene impiegato per curare ferite e scottature
La Spaccapietra, erba spontanea il cui nome suggerisce l'impiego per l'eliminazione dei calcoli renali
Il Marrubio che facilita l'espulsione del catarro e agisce a livello respiratorio
Una tipologia di origano meridionale



Gabriella Quercia
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  • guida procaccini - Molto interessante, vorrei venire a trovarvi!
  • Graziella - Nei Parchi o nei giardini l'perico (http://www.naturalsistem.it/iperico-pianta-da-giardino/) è il miglior rimedio della nonna.


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