L'home cooking: quando casa propria diventa un vero ristorante
Letto: 17102 volte
venerdì 17 aprile 2015
Letto: 17102 volte
di Anna Maggio
L'home cooking va in soccorso a chi intende organizzare tra le mura domestiche una cena importante, un compleanno o una festa con gli amici senza voler (o saper) scervellarsi tra pentole e padelle. In questo caso è dunque possibile chiamare un cuoco a domicilio: uno del mestiere magari, ma anche persone esperte in altri tipi di lavoro che si sono reinventate una professione grazie alle loro abilità gastronomiche.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
È il caso della 38enne Luciana. «Due anni fa fui licenziata da una libreria - racconta la donna - e così colsi l'occasione per mettere in pratica le esperienze fatte in dieci anni di corsi di cucina. Da allora con le mie due amiche-socie Diana e Betta, veniamo spesso reclutate per cucinare nelle case dei baresi: dopo diverse chiamate siamo riuscite "a farci un nome" e ad avere quindi più clienti».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Già, perchè il passaparola è fondamentale in un settore che nel capoluogo pugliese è ancora in fase di sviluppo: gli homecooker professionali hanno un sito web o sfruttano i social network per farsi conoscere, gli altri si affidano essenzialmente alla "pubblicità" di parenti e amici. «Un metodo che comunque funziona - prosegue Luciana - visto che ci hanno contattato anche alcune tra le famiglie più benestanti della città».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Il cliente, oltre a scegliere il menù e specificare quante persone parteciperanno al banchetto, non deve fare nulla. Il cuoco a domicilio infatti si occupa della spesa, della scelta dei vini, del servizio a tavola ed effettua un sopralluogo nella cucina che lo ospiterà per verificare la presenza degli attrezzi indispensabili per il suo lavoro. Il tutto con un occhio di riguardo all'igiene: tra i suoi doveri rientra il controllo delle scadenze dei cibi, un abbigliamento consono al suo compito (grembiule e capelli raccolti) e la pulizia finale dell'ambiente in cui dovrà operare.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
E i prezzi? Non molto diversi da quelli di un comune ristorante: in media si spende 20 euro a testa per un buffet, dai 30 ai 45 per antipasto, primo, secondo, frutta e dolce (a seconda se vi sia più di un primo o se siano previste portate di pesce). Più economica è la scelta dei piatti conviviali, quelli da mettere a centro tavola, in genere richiesti dalle comitive: in questo caso si pagano un 100-120 euro per un gruppo di 10-15 persone. Come avevamo visto per le signore di Bari Vecchia che friggono i panzerotti a domicilio.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
C'è anche chi organizza su richiesta dei pasti "a tema": il 40enne Chef Gianni, di Ceglie del Campo, è uno di questi. «Ad esempio se volessi allestire una cena ispirata agli anni 80 - spiega l'esperto - preparerei gelatine, patè, sformati al gorgonzola, tortellini panna e prosciutto, piatti insomma tipici di quel periodo. Il prezzo lieviterebbe ma è normale, dato che piatti del genere richiedono in genere una preparazione molto più lunga».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Nell'home restaurant (nella foto) invece accade il contrario dell'home cooking: sono i clienti a recarsi a casa del cuoco. Tra le community che promuovono questo servizio ce n'è una, Gnammo, operativa in tutta Italia e fondata dal barese Walter Dabbicco. «L'idea alla base di questo portale - spiega Waltr - è che oltre alle opportunità di guadagno si può diffondere il piacere di condividere un pasto con gli altri, anche se estranei. Bari sembra rispondere bene alla nostra intuizione, visto che risulta essere la quinta città italiana per numero di eventi organizzati».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Il funzionamento del sito è semplice: ci si iscrive gratuitamente e si sceglie il proprio ruolo, quello di cuoco o di "gnammer" (cioè colui che mangia). L'utente che decice di cucinare crea l'evento specificando data, ora, menù, prezzo, numero massimo di partecipanti e luogo. «Mi piace preparare pietanze sulla mia barca - dice ad esempio il cuoco Mimmo - e ai soliti ingredienti ne aggiungo due speciali: il sole e il mare. Far apprezzare la mia cucina da sconosciuti è ogni volta una sfida».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Anche Viviana e Mario, impiegati nel campo delle pubbliche relazioni, hanno deciso di trasformare la loro abitazione in un home restaurant. «Abbiamo sempre avuto il sogno di aprire un punto di ristoro - racconta il ragazzo - ma in assenza di denaro da investire abbiamo ripiegato su questa attività. Creiamo un paio di eventi al mese aperti ad un massimo di 10 ospiti e fissiamo un menù di 30 euro abbastanza “fusion”, cioè con caratteristiche associabili a diverse tradizioni culinarie».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Agli gnammer non rimane che scegliere l'appuntamento più attraente, effettuare online il pagamento e presentarsi affamati al banchetto. «Non solo ho mangiato bene - sottolinea Cristiano, cliente di Viviana e Mario - ma ho avuto modo di conoscere nuove persone, compresi i proprietari che hanno messo a proprio agio tutti gli ospiti». Dopo la scorpacciata è possibile riportare su Gnammo il trattamento ricevuto, fungendo così da guida per i futuri clienti.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Insomma, tra di voi si nasconde un insospettabile chef alla Gordon Ramsay? Dimostratelo, anche senza un ristorante: da oggi potete giocare in casa.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
© RIPRODUZIONE RISERVATA Barinedita
Scritto da
Anna Maggio
Anna Maggio
I commenti
- Francesco - Giustissima idea...Bravi ragazzi!!!!
- giuseppe - bella iniziativa, bisogna essere abbastanza giovani e motivati, i dopo lavoristi vanno abboliti, lo chef e un'arte dura e amore per quello che non è, illusione, che svanisce del breve arco di qualche ora, di duro lavoro.Complimenti.Negli anni 70-80, già preparavo cene esotiche per casa di amici. U TUB, era la mia passione.