San Giovanni Crisostomo, la chiesa dei baresi che pregano in greco
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giovedì 1 ottobre 2015
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di Salvatore Schirone
La domenica mattina Bari vecchia rivela ai suoi visitatori il suo volto orientale. Tra le 24 chiese nascoste tra i suoi vicoli in almeno cinque di essa si celebra la messa in un rito diverso a cui siamo abituati: ci sono ortodossi georgiani che lo celebrano nella chiesa di Santa Chiara, rumeni in San Gregorio, etiopici in san Gaetano e greci in Santa Colomba. Sono ortodossi, appunto, piccoli gruppi di diverse etnie appartenenti a comunità non in piena comunione con la Chiesa Cattolica. Fatto eccezionale è invece la Chiesa di San Giovanni Crisostomo: qui a celebrare il culto greco-bizantino non sono ortodossi greci, ma cittadini italiani, baresi e cattolici.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Ad aprire la chiesetta ogni domenica è il 51enne Paolo Scagliarini, è a lui che il parroco Papàs Antonio Magnocavallo ha affidato le chiavi. Arrivano i primi fedeli e ha inizio il rito. Ci immergiamo nel mistero di questa celebrazione sconosciuta trasportati dalle melodie dei canti liturgici, mentre l'incenso riempie lo spazio tra l'assemblea e l'iconostasi (parete decorata da icone sacre) che separano la navata dall'altare (vedi video).Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
La chiesa che ci accoglie è antichissima, fu edificata verso la metà dell'XI secolo. In seguito alle varie ristrutturazioni, l'ultima delle quali compiuta nel 1960, la chiesa originariamente a tre navate, è stata ridotta ad una sola centrale. Del primitivo altare, sostituito da uno in stile barocco, resta un bassorilievo rettangolare ricollocato sulla parete sinistra della navata, con la suggestiva raffigurazione di un leone alato e un grifo che atterrano un caprone e un cinghiale.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Fu nel 1957 che il vescovo Enrico Nicodemo la costituì parrocchia di rito bizantino per i fedeli italo-orientali presenti a Bari. Il 1957 è infatti una data significativa. L'anno prima, il prefetto di Bari Mario Carta assegnò ai profughi di guerra di Albania, Grecia, Istria e Dalmazia, 361 appartamenti disposti in 26 palazzine. Era nato il Villaggio Trieste, di cui abbiamo parlato diffusamente in un altro articolo.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
La maggior parte di questi profughi era costituita da greci. Più che "profughi" dovremmo dire "rimpatriati", giacché per la maggior parte si trattava di italiani emigrati in Grecia durante la guerra e rientrati nel dopoguerra dopo essere stati espulsi perché non graditi al nuovo potere. L'affidamento di questa antica chiesa nacque proprio dall'esigenza di dare adeguata assistenza pastorale a un migliaio di italo-greci che, pur restando cattolici, avevano appreso la fede cristiana nella cultura e nel rito greco, di fatto in tutto simile a quello ortodosso. Fu per loro e per molti altri fedeli di rito orientale presenti in Puglia e nel materano, che la Chiesa Cattolica istituì questa particolare parrocchia.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
La comunità che incontriamo in chiesa è quindi costituita dai figli di quei profughi: circa 200 fedeli che tra preghiere in rito bizantino e tradizioni culinarie e religiose, continuano a incontrarsi e parlare anche in greco, pur non essendo greci, ma baresi la cui memoria ritorna spesso a quell’Oriente che li ha prima accolti e poi ripudiati.
Il video (di Carlo Gelardi) della messa nel rito greco-bizantino nella chiesa di San Giovanni Crisostomo:
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Salvatore Schirone
Salvatore Schirone
I commenti
- Francesco Mazzei - Il popolo della città di Bari ha antiche origini greche ed illiriche e quindi greci, albanesi, abitanti della Bosnia-Erzegovina possono essere considerati nostri lontani fratelli. Da noi sono arrivati anche normanni, svevi, aragonesi, francesi dunque un insieme di razze e popoli che hanno forgiato nei secoli questa città e i suoi irripetibili abitanti. Per ciò siamo europeisti e aperti, senza porte, pugliesi!