I nostalgici jukebox, c'è chi li colleziona: «Arrivano a costare anche 30mila euro»
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venerdì 15 gennaio 2016
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di Stefania Buono
Dagli anni 50 agli anni 80 i jukebox sono stati i “re” dei locali, per poi essere come detto abbandonati e non più prodotti. Ma c’è un “ma”. Alcuni nostalgici infatti si sono messi alla ricerca di questi “pezzi di antiquariato” di vari colori, forme e dimensioni, li hanno rimessi a nuovo e se li sono portati in casa. C’è addirittura chi li colleziona, spendendo in alcuni casi migliaia di euro.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
«Sono circa un centinaio gli italiani con disponibilità economiche che hanno deciso di collezionare i jukebox», afferma il 29enne veronese Alex Lanfredi, che come mestiere ripara i vecchi macchinari mal funzionanti. Del resto è comprensibile che non tutti possano possederne tanti, non si tratta certo di aggeggi economici. «Il loro prezzo può variare a seconda dell'anno in cui sono stati prodotti, della rarità e delle condizioni in cui versano -puntualizza Alex-. Se i modelli standard degli anni 50 e 60 che contengono un massimo di cento vinili a 45 giri vanno dai 4 ai 12mila euro, quelli "icona" prodotti fino ai primi anni 50, ovvero che contengono un massimo di 24 dischi a 78 giri, raggiungono valori dagli 8 fino ai 15mila euro. Inoltre i macchinari più rari in buone condizioni, come i Wurlitzer 850 e 950, possono arrivare a valere anche 25 o 30mila euro».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Tra le “scatole magiche” più ricercate ci sono quelle che sono state protagoniste di film di successo, come l'Ami Continental presente in "Ghost", l'Ami I200, che si può osservare nel film "La Dolce Vita" di Federico Fellini e ovviamente il Seeburg HF100G, famoso perché viene azionato da Fonzie nella serie "Happy Days" con un pugno ben assestato. (Vedi foto galleria)
Come detto, i jukebox veri e propri, cioè quelli con i dischi in vinile, non vengono più costruiti. Esistono tuttavia fabbriche dedite alla produzione di distributori automatici in generale e un'azienda, la Sound Leisure, crea modelli ispirati agli apparecchi degli anni 50, ma che riproducono musica in compact disc o in mp3.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Diventa perciò importante preservare gli oggetti vintage fabbricati in passato. E proprio di ciò si occupa Alex, uno dei tre o quattro artigiani che in Italia ancora riparano questi delicati macchinari. «Questa mia passione è iniziata una decina di anni fa, quando ancora adolescente ricevetti da mio padre un Seeburg Bandshell degli anni Settanta, su cui cominciai a metter mani -ci racconta-. Il mio sogno era però il poter acquistare un giorno un Ami Continental, il più bel macchinario a mio parere, cosa che feci poco più in là lavorando e mettendo dei soldi da parte. L'entusiasmo nei confronti dei jukebox e della loro riparazione divenne talmente forte che decisi di lasciare gli studi in medicina e aprire una bottega per poter praticare il mestiere che più mi piaceva».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Ma come fare a procurarsi vecchi jukebox? «Cercare annunci su internet o andare alle fiere sono ottimi metodi per reperire macchinari, anche se io personalmente, mi affido ad intermediari americani - prosegue il giovane artigiano-. Una volta ottenuti, li rimetto a nuovo per rivenderli, anche se spesso il legno e le cromature degli apparecchi sono lacerate: in questi casi mi affido a falegnami e a ditte specializzate della zona».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
(Vedi galleria fotografica)
Nel video il mitico Fonzie e il suo strano modo di far partire un jukebox:
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Stefania Buono
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I commenti
- Paolo - 3314590773 o un jukebox Ami Rove 200 da vender euro400