Bari, la storia di Kennedy: ferito da una bottiglia scagliata da due ragazzini
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venerdì 5 febbraio 2016
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di Eva Signorile
Kennedy è arrivato dalla Nigeria circa due anni fa, su uno dei tanti barconi che in un modo o nell’altro riescono a raggiungere le nostre coste. Il migrante dopo essere stato accolto ad Ancona in una struttura privata, viene mandato al Cara di Palese, dove poco tempo dopo ottiene il permesso di soggiorno che gli consente attualmente di vivere in maniera libera in Italia. «Anche se una volta fuori dalla struttura nessuno ti dice cosa fare dopo, dove andare a vivere, come trovare un lavoro», afferma il giovane.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Lui comunque riesce ad organizzarsi: oggi prevalentemente vive accontentandosi degli spiccioli che gli allungano i clienti e il personale dell’unico supermercato presente nel quartiere barese di Catino. Qui lo conoscono tutti: qualcuno gli regala dei maglioni, qualcun altro gli porta una bevanda calda e lui in cambio offre un piccolo aiuto nel trasportare le buste della spesa o nel rimettere a posto i carrelli del locale commerciale. Scambia due chiacchiere ora con uno, ora con un altro e tutti qui lo chiamano per nome e si informano sul suo stato di salute.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Lui però non vive a Catino, ma a Bari vecchia: abita in una casa con altri tre giovani nigeriani. Ed è proprio qui, tra i vicoli del borgo antico, che un giorno di fine dicembre è stato aggredito. «Stavo tornando a casa – ci racconta – quando due ragazzini su un motorino si sono avvicinati a me e hanno cominciato a chiedermi i soldi. Ma io non volevo darglieli. Allora hanno cominciato a mettermi le mani addosso, cercavano di mettermele in tasca».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Kennedy tenta di ragionare con i due, cerca di far capire loro che non può dargli nulla e riesce in qualche modo ad allontanarsi. Ma quando sembra essere tutto finito, mentre si trova sull’uscio della propria casa in procinto di entrare, con la coda dell’occhio vede i due che gli si avvicinano. Non fa neanche in tempo a capire cosa stia succedendo: in un secondo i ragazzi gli scagliano violentemente in faccia una bottiglia di birra. Kennedy sviene sul colpo.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
L’uomo si risveglierà tempo dopo al Policlinico di Bari, con una benda sulla fronte, 8 punti di sutura e una commozione cerebrale. Rimarrà nel nosocomio per cinque giorni.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Di tutto ciò che è successo dal momento del colpo a quando si è risvegliato il nigeriano non ricorda assolutamente nulla: non sa neanche chi l’abbia soccorso e come si è ritrovato al Policlinico. Ha portato la benda sulla fronte per diversi giorni e ora che non l’ha più purtroppo rimane una brutta cicatrice a ricordargli la ferita. Dei ragazzi nessuno sa nulla, sembra che nessuno li conosca o li abbia riconosciuti.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Kennedy però non ha perso il sorriso e l’affabilità e quando gli chiediamo cosa farebbe se rincontrasse i due giovani, lui, che è cristiano, ci dice: «Io prego per loro, perché non possono continuare a vivere così, questo non è bene per loro».
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I commenti
- Francesco - Non conosco Kennedy., ma da Lui abbiamo tanto da imparare.