Il vecchio Michele: «Costruisco barche in miniatura in ricordo del mare perduto»
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venerdì 14 aprile 2017
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di Annarita Correra
E questo lo sa bene il signor Michele, “vecchio” marinaio che ha trascorso anni al largo prima che un incidente lo costringesse ad abbandonare la vita sulle navi. Il legame con l’immensa distesa blu però è rimasto intatto, tanto che il 66enne barese ha deciso di riprodurre nostalgicamente nella sua “bottega” un vero e proprio porto, con tante piccole e colorate barchette di legno. (Vedi foto galleria)
Ogni giorno a Bari vecchia, al civico 30 del folkloristico Vico del Carmine, la stradina che si apre di fronte la Basilica di San Nicola, Michele, simpatico signore dagli occhi allegri e la barba grigia, costruisce velieri, pescherecci e “gozzi”, le piccole imbarcazioni a remi che affollano il molo di “N’ dèrr a la lanze”.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Lui lavora nell’atrio della palazzina in cui abita, dove tra un presepe da lui realizzato ed esposto tutto l’anno ed immagini e statue della Madonna e San Nicola, si trova il suo bancone circondato da modellini e attrezzi. (Vedi video)
«Ho iniziato a frequentare il mare a 17 anni – ci racconta Michele come farebbe un nonno con i suoi nipotini -. Per trent’anni ho navigato tra i mari e ho varcato persino l’Oceano Atlantico. Restavo fuori casa per molti mesi e spesso mi perdevo bei momenti “a terra”. Ad esempio non c’ero quando i miei figli hanno imparato a camminare: ma sono sacrifici che ho fatto anche per loro».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
L’uomo ci fa capire quanto sia duro questo mestiere. «Si lavora tutto il giorno, è molto stancante e capita spesso di avere nostalgia di casa – sottolinea – ma è anche vero che si tratta di qualcosa di unico: a volte ci sei solo tu, il cielo e il mare».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Quando ci parla della sua vecchia vita Michele lo fa come qualcuno che racconta di un amore “perduto”: perché lui 15 anni fa ha dovuto smettere di navigare per via di un incidente. E’ proprio in quel momento, quando ha capito che non sarebbe più potuto andare in mare, che ha deciso di far vivere il suo ricordo realizzando con cura e minuziosità tante piccole imbarcazioni.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
«La mattina quando mi sveglio scendo qui giù e dopo aver pensato al mare, creo un modellino: senza però copiarlo dai libri o dalle foto», puntualizza fiero l’artigiano mentre ci mostra alcune delle sue creazioni. Tra queste un grande peschereccio sulla cui prua è scritto in rosso il nome “Grecale”, il veliero “Stella Maris” e “La lampara”, una piccola barchetta con annessa luce utile per pescare i polpi.
Ci spiega che per costruire i modellini più piccoli impiega circa una settimana, mentre per quelli più grandi anche un mese. Barche che a volte vende a chi, attratto dall’insegna “ingresso libero” presente sul vico, decide di entrare nella sua bottega. «Purtroppo però nel borgo antico non esiste uno spazio dove poter esporre le creazioni dei tanti piccoli artigiani come me», afferma. Effettivamente le stradine di Bari vecchia sono costellate di piccoli “laboratori” nascosti in cui nascono oggetti che raccontano la storia della città o come nel caso di Michele la storia di una vita passata.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Per lui ancore, reti e fiocine hanno lasciato il posto a compensato, pennelli e spago, oggetti che però tra mani segnate da una vita di duro lavoro diventano il simbolo di un amore, quello tra l’uomo e il mare, che a Bari in una bottega a poche centinaia di metri dalla costa continua a far navigare un marinaio, a terra da più di quindici anni, ma che non è mai sceso dalla sua nave.
(Vedi galleria fotografica di Gennaro Gargiulo)
Nel video (di Gianni de Bartolo) il nostro incontro con Michele:
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Annarita Correra
Annarita Correra