Ansia, azione ripetitiva, incapacità di vivere: è il disturbo ossessivo-compulsivo
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venerdì 9 febbraio 2018
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di Paola Setteducati
Le cause? Una cattiva trasmissione della serotonina fra i neuroni cerebrali legata a fattori genetici o infettivi, ma anche un’educazione troppo rigida, improntata sulla razionalità e aspettative molto elevate, più che sull'affettività.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Come affrontare questo problema, che spesso si tende a nascondere per un forte senso di vergogna? Ne abbiamo parlato con la psicologa e psicoterapeuta Morena Leone.
Che cosa sono i disturbi ossessivo-compulsivi?
Sono veri e propri disturbi mentali che si compongono di due elementi strettamente connessi tra loro: l'ossessione e la compulsione. La prima si può identificare con pensieri, immagini o impulsi involontari che si manifestano nella testa tanto da generare uno stato di ansia eccessiva. La seconda è l’azione ripetitiva volta a placare l’effetto dell’ossessione, che costringe il soggetto a “smettere di vivere” per compiere il necessario atto “purificatore”. Le conseguenze possono essere anche molto gravi: perdita del lavoro, relazioni sociali compromesse, isolamento e depressione.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Quale può essere una tipica “azione ripetitiva”?
Dipende dal tipo di disturbo. Se ne possono classificare 5. C'è quello definito del lavaggio o pulizia: chi ne soffre pensa che ci siano germi ovunque, che qualunque cosa tocchi sia contaminata. Da qui consegue l'azione di lavarsi costantemente le mani fino a riportare escoriazioni sulla pelle o a non riuscire a uscire dal bagno per timore di toccare la maniglia della porta, potenzialmente inquinata da batteri.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Poi c’è la categoria dell'ordine e della simmetria. Le persone di questo gruppo non tollerano la visione di oggetti fuori posto o leggermente disarmonici, come i quadri appesi alle pareti o le posate non perfettamente in linea tra loro. Perciò devono raddrizzarli anche se si trovano a casa di parenti o amici.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Chi deve verificare sempre se ha chiuso le finestre, la porta, la manopola del gas per paura che una sua distrazione possa causare danno a oggetti e persone, soffre invece del disturbo di controllo. Ecco allora che si fa tardi a lavoro, agli appuntamenti o addirittura non si esce più di casa per evitare "il peggio".Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Mentre coloro che temono possa accadere qualcosa di tragico alle persone che amano scongiurano il pensiero contando o ripetendo nella loro testa frasi o filastrocche: quasi dei “mantra”. Questo disturbo prende appunto il nome di conteggio o ripetizione e si differenzia dagli altri perché l'azione messa in atto non ha una relazione diretta con l'ossessione.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Ci sono infine gli accumulatori, che sono ossessionati dalla paura di disfarsi degli oggetti e quindi non gettano mai nulla, anzi magari ne comprano diverse serie della stessa tipologia. La conseguenza è che possono finire sul lastrico o vivere in abitazioni completamente invase da "cose" senza avere il minimo spazio per muoversi.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Le ossessioni portano sempre a una compulsione?
No, tante persone sono ossessive senza essere “disturbate”. Pensiamo ad esempio a chi deve per forza riordinare la propria scrivania prima di mettersi a studiare o chi sta attento a poggiare a terra sempre lo stesso piede quando si alza dal letto. Piccole “manie” non preoccupanti, con cui si può convivere. Anche se a volte in seguito a un evento traumatico è possibile che questi tratti possano diventare più frequenti, fino a sfociare nella compulsività. Ma spesso passato il momento di stress, si ritorna alla normalità.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Tornando al disturbo vero e proprio: qual è il modo giusto per affrontarlo?
Quando un paziente si rivolge a me, se mi rendo conto che il suo disturbo è piuttosto grave, lo rimando a uno psichiatra per fargli prescrivere dei farmaci. Data la sua natura biologica o genetica è giusto trattarlo nella maniera opportuna. È anche vero però che la sola terapia farmacologia è insufficiente se non si lavora parallelamente sull'ansia e le paure generate dall'ossessione, attraverso un percorso terapeutico e attivando una serie di “strategie”.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Quali ad esempio?
Nei casi dei disturbi di controllo si può stilare una lista delle azioni appena compiute (chiudere le finestre, il gas, la porta), in modo da non rimanere incastrati nella costante spirale del verificare sempre se l'atto è stato eseguito o meno. Basterà leggere il foglio per tranquillizzarsi. Oppure sono molto utili le tecniche di rilassamento, la meditazione e il training autogeno, che possono ridurre i sintomi legati all'ansia eccessiva. Affrontandola si può arrivare a un miglioramento della sintomatologia, anche se non sono da escludere ricadute, purtroppo molto frequenti per questo tipo di problema.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
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Scritto da
Paola Setteducati
Paola Setteducati