di Nicola Imperiale

Bari, in corso Italia si trova una "baraccopoli": ci vivono da un mese 7 pakistani
BARI – Dormono all’interno di “letti” fatti di cartone, lavandosi con delle lattine d’acqua e facendo i propri bisogni dietro le colonne. Quella di cui stiamo parlando è la “baraccopoli” messa su da alcuni pakistani in corso Italia, sotto i pilastri della ferrovia sopraelevata.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Siamo nel Libertà, il rione più multiculturale di Bari. In corso Italia, quasi ad angolo con via Manzoni, da un mese a questa parte è nato una sorta di “villaggio” costruito con legno riciclato e cartoni. All’interno di queste “costruzioni” che servono da riparo durante la notte, vivono sette persone provenienti dal Pakistan. (Vedi foto galleria)

Quando andiamo a visitare il posto, non troviamo nessuno: solo questi improvvisati giacigli il cui sfondo è rappresentato dai colorati murales realizzati durante l’iniziativa “Ikea loves earth”. Ad attestare che nella baraccopoli qualcuno però ci vive, ci sono indumenti, coperte e cuscini sparsi un po’ ovunque.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

«È da un mese che qualcuno “abita” qui – ci dice Francesco, commerciante della zona -. Ma le autorità finora non si sono mosse. Abbiamo chiamato la polizia municipale, ma ci hanno risposto che non possono far nulla perché non esiste più il reato di vagabondaggio. Allora abbiamo allertato l’Amiu, ma loro ci hanno detto che non possono toccare nulla con qualcuno che dorme dentro quei cartoni».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)


D’altronde sembra che i pakistani non si limitino solo a dormire. «Si lavano con delle lattine d’acqua e usano i pilastri dei portici per fare i propri bisogni», denuncia una signora, che poi aggiunge: «Ci sentiamo a disagio anche solo ad affacciarci alla finestra».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Ma possibile che non si possa fornire a questi immigrati un posto dove dormire? Quanto si può definire “civile” una situazione del genere?

«Conosciamo quelle persone, ma purtroppo sono loro a non voler  essere aiutate», ci risponde Dario De Carne, responsabile di “Area 51”, centro situato proprio in corso Italia che offre accoglienza a gente in difficoltà.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Dario ci spiega il motivo del loro rifiuto. «Qui oltre a cibo e acqua facciamo in modo, tramite il “pronto intervento sociale”, di sistemare  chi ne ha bisogno in uno dei dormitori cittadini – afferma -. Al momento ci sono dei posti disponibili, ma solo nelle strutture dirette dalla Croce Rossa, che però non possono rilasciare la “dichiarazione di residenza” che permette unitamente ad altri documenti di conseguire il permesso di soggiorno. Questi pakistani aspettano quindi che si liberi qualche letto in un centro di accoglienza notturna della Caritas o del Comune, quale l’Andromeda di corso Alcide de Gasperi, lì dove è possibile ottenere il certificato predetto. E per paura di uscire dalla (lunga) lista di attesa preferiscono dormire giorni e giorni per strada, sperando che un giorno la loro vita possa cambiare».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

(Vedi galleria fotografica)


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Siamo nel quartiere Libertà, nel rione più multiculturale di Bari. In corso Italia, quasi ad angolo con via Manzoni, da un mese a questa parte è nato una sorta di “villaggio” costruito con legno riciclato, cartoni e materassi
All’interno di queste “costruzioni” che servono da riparo durante la notte, vivono sette persone provenienti dal Pakistan
Quando andiamo a visitare il posto, non troviamo nessuno: solo questi improvvisati giacigli il cui sfondo è rappresentato dai colorati murales realizzati durante l’iniziativa “Ikea loves earth”
Ad attestare che nella baraccopoli qualcuno però ci vive, ci sono indumenti...
...coperte...
...e cuscini sparsi un po’ ovunque
Ma possibile che non si possa fornire a queste persone un posto dove dormire? Quanto si può definire “civile” una situazione del genere? «Conosciamo quelle persone, ma purtroppo sono loro a non voler  essere aiutate», ci risponde Dario De Carne, responsabile di “Area 51”, centro situato proprio in corso Italia che offre accoglienza a gente in difficoltà



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  • Paolo - Vorrei precisare che su Corso Italia oltre a questa specie di barraccopoli esistono altre postazioni riconoscibili dalla presenza di cartoni , coperte e vari altri oggetti utili a ripararsi. Lo stato dei luoghi è penoso, si lavano, fanno i loro bisogni, si denudano per cambiarsi, tutto alla luce del giorno fregandosene se ci sono donne e bambini che devono subire questi traumi. Mi auguro che al più presto vengano trasferiti altrove, venga lavata e disinfestata l'area. Se inoltre si chiudessero con cancellate fisse le aree sottostanti la ferrovia appulo-lucana per impedire questi desolanti fenomeni di degrado umano.


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