"Doniamo in libertà dal Libertà": 20 donne in aiuto dei bisognosi del rione barese
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venerdì 18 gennaio 2019
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di Marianna Colasanto
La fondatrice è Francesca Zicca, 38enne che gestisce un negozio in via Manzoni, ex via del commercio in evidente declino. «Tra queste strade ci sono cresciuta - racconta la signora nella sua attività - anche se per dieci anni sono stata fuori città per motivi di lavoro. Quando sono tornata, nel 2013, le ho ritrovate fatiscenti, sporche e con rifiuti gettati un po' ovunque».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Ma proprio dall'osservazione di quello spettacolo indecoroso è nata la sua idea. «Dalle buste dell'immondizia spesso sporgevano degli oggetti che potevano essere ancora utili - prosegue la titolare -. Così decisi di creare uno spazio virtuale in cui chi volesse disfarsi di vestiti, mobili e altra roba usata avrebbe potuto regalarla ai meno abbienti».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
La bacheca conta più di duemila iscritti e ha un nome originale: "Doniamo in libertà dal Libertà". Ma soprattutto agevola gesti di grande solidarietà in maniera semplice. Quando un membro annuncia di voler cedere gratuitamente qualcosa di sua proprietà, gli interessati possono accaparrarsela rispondendo "mi prenoto". Sarà poi l'amministratore del gruppo a decidere il "vincitore", stabilito in base a un preciso regolamento.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
É anche possibile scrivere un post per far sapere agli altri di essere in cerca di determinati beni. Non capita spesso, visto che molti si vergognano di "elemosinare" in pubblico e preferiscono contattare direttamente Francesca.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
«Una ragazza mi ha chiesto in privato se riuscissi a procurarle un cuscino porta fedi - sottolinea la donna -. Sta per sposarsi, ma non può permettersi un matrimonio in grande stile: l'abito gliel'hanno anche prestato. Per fortuna c'è Rosangela, una delle venti signore che "dirigono" la pagina, che si è offerta di realizzarne uno a mano». «Non conosco questa fanciulla - afferma la stessa Rosangela - ma sono contenta di aver fatto un piccolo omaggio per le sue nozze».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Ovviamente di solito emergono esigenze ben più serie di un accessorio da cerimonia. «Una volta venni a conoscenza di una famiglia veramente bisognosa - incalza Francesca -. Andai a verificare di persona la loro situazione: vivevano in una casa vecchia, umida e con mobili in rovina, anche se per fortuna i bambini erano puliti e vestiti decorosamente. Insomma mostravano una grande dignità. Per questo decisi di inserire un annuncio sul gruppo, chiedendo aiuto e rispettando allo stesso tempo la loro privacy: in poco tempo un uomo regalò del cibo, furono comprati abiti nuovi e un idraulico si presentò per riparare gratuitamente i rubinetti dell'abitazione».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Una gara di generosità simile a quella che ha visto come protagonista una bambina ricoverata in ospedale. La ludoteca del suo reparto era senza giocattoli e così le donne, su segnalazione della madre, non hanno perso tempo. «Abbiamo pubblicato un post sulla bacheca per informare gli iscritti del problema - evidenzia ancora la Zicca -. Risultato: stiamo stati letteralmente "sommersi" da balocchi».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
E l'altruismo di questa squadra tutta al femminile non sembra avere limiti. Durante l'ultima Epifania alcune di loro si sono travestite da befane e sono andate in giro per il quartiere, distribuendo caramelle ai più piccoli: il tutto grazie a un avvocato che ha donato 250 euro di dolciumi.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Ma non finisce qui. Chi è in cerca di un lavoro può lasciare il proprio biglietto da visita nel negozio di Francesca, nella speranza che qualche cliente abbia bisogno di dipendenti. «Proprio ieri è venuta una signora che necessitava di un'addetta alle pulizie - ricorda la donna -. Le è bastato dare uno sguardo nel mio archivio di numeri di telefono per trovarne una».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Insomma, questo manipolo di signore rappresenta una piccola reazione d'orgoglio di un territorio disagiato, ma con una forte identità popolare. E ricondurre il degrado alla massiccia presenza di immigrati appare banale. «Facciamo beneficenza senza distinzione di etnia - conclude la Zicca -. Perchè qui il problema è l'assenza totale di luoghi di ritrovo e di crescita culturale, per le famiglie e soprattutto per i più giovani: in poche parole viviamo in un ghetto».
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Scritto da
Marianna Colasanto
Marianna Colasanto
I commenti
- Francesca - Grazie mille per il bell'articolo scritto sul nostro gruppo