App, brand e badge: l'Ateneo di Bari si "svecchia". Ma il merito è tutto degli studenti
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lunedì 13 maggio 2019
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di Federica Calabrese
Il gruppo fa parte dell'associazione "Up - Università protagonista" (nella foto) e comprende una decina di persone: tra loro figurano anche membri che nel frattempo si sono laureati, pur continuando a dare il loro contributo a questa opera di modernizzazione.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
«Non siamo dei tecnici in grado di realizzare materialmente tali novità - spiega Alessandro, uno dei pionieri del team - nè veniamo retribuiti. Rappresentiamo semplicemente degli universitari che chiedono, portano avanti e ottengono dei servizi presenti in tanti altri istituti nel mondo, ma dei quali Bari finora era priva».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Conquiste che con grande pazienza stanno finalmente arrivando. A cominciare per esempio da "MyUniba", l'app ufficiale dell'università: uno strumento che permette agli iscritti di prenotarsi agli esami, pagare le tasse e controllare voti e avvisi più urgenti. Il tutto comodamente dal proprio smartphone e non più solo dal pc, come avveniva in precedenza con il sistema "Esse3", lento e macchinoso.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
«É stata approntata dal Centro servizi informatici dell'Ateneo - evidenzia Domenico, di Psicologia -. Ma per il resto l'intuizione è nata dagli studenti: al tavolo di progettazione si sono seduti gli studenti, che hanno suggerito i contenuti dell’app e curato il suo lancio mediatico. Insomma ci siamo rimboccati le maniche e con l'aiuto di alcuni esperti abbiamo raggiunto l'obiettivo. Persino il nome dell'app è stato scelto dai ragazzi, tramite una votazione che ha registrato 1440 preferenze».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
L'idea era stata messa al vaglio del senato accademico già quattro anni fa, ma venne bocciata per mancanza di fondi. Il secondo tentativo è andato invece a buon fine: l'approvazione è arrivata lo scorso 6 dicembre, l'attivazione il 21 aprile.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Una tenacia che nel 2020 porterà a un ulteriore cambiamento: il rifacimento del logo dell'università per scopi di marketing. Il nuovo brand "marchierà" felpe, magliette, tazze e penne, proprio come avviene negli istituti statunitensi. I prodotti verranno poi venduti in appositi negozi gestiti dai giovani stessi.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
«Non vogliamo rivoluzionare il simbolo esistente - specifica Enrico -, ma renderlo più accattivante. Desideriamo che la comunità universitaria possa identificarsi in esso e mostrarlo con orgoglio anche fuori città».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
E tra i progetti dell'équipe c'è pure la creazione di un badge per tutti gli studenti: una card magnetica personale per accedere in biblioteca, caricare il credito per effettuare fotocopie e usufruire di sconti su mezzi pubblici e attività commerciali convenzionate. Niente più perdite di tempo dunque quando si tratterà di dover dimostrare il proprio status di universitari.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
«Tempo fa a Barcellona andai con un'amica a visitare Casa Battlò - racconta a tal proposito Lucia, studentessa di Storia -. Lei entrò senza problemi grazie al suo badge dell'Uiniversità di Milano e a prezzo ridotto, io invece ero munita solo di una fotocopia e pagai il biglietto intero. Spero che situazioni del genere non si verifichino più».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
«Sono tante piccole vittorie che permetteranno di allinearci ai migliori atenei europei - conclude Angelo -. Il tutto grazie alla volontà degli iscritti». Insomma, dove non arriva la lenta e anziana "Uniba" ci pensano i ragazzi, con una freschezza, almeno quella, da trenta e lode.
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