Il barese Fabio Mastrangelo, direttore d'orchestra in Russia: «Tutto iniziò con Nino Rota»
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martedì 4 maggio 2021
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di Irene Coropulis
Dal 2013 quindi ha assunto la direzione artistica del Teatro Music Hall di San Pietroburgo…
Sì, in questo prestigioso politeama dirigo le due orchestre, quella sinfonica e quella da camera. Si tratta di gruppi molto giovani, nati cinque anni fa dal precedente ensemble dell’Ermitage. Ma non solo: ora sono anche alla direzione della Russian Philarmonic di Mosca, formatasi circa vent’anni fa e delle orchestre siberiane, la Filarmonica di Novosibirsk e la Symphonica ARTica. Quest’ultima l’ho fondata io. La mia vita si divide quindi tra diverse città, anche se non mancano tappe all’estero, non solo per le tournée ma anche per collaborazioni con teatri internazionali.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Tutto però nasce dalla sua città natale: Bari.
Avevo solo 10 anni quando mi iscrissi al Conservatorio Niccolò Piccinni e il direttore, a quei tempi, era il grande Nino Rota, compositore diventato famoso soprattutto per aver realizzato colonne sonore che hanno fatto la storia del cinema. La sua è stata una presenza fondamentale per la mia formazione, anche se devo molto pure al maestro di pianoforte Pierluigi Camicia. Terminati gli studi nel capoluogo pugliese affinai le mie competenze in giro per il mondo, conoscendo i più grandi, uno fra tutti Leonard Bernstein, con cui frequentai una masterclass. Divenni quindi direttore d’orchestra in Canada e un giorno mi trovai in Russia per un corso di perfezionamento.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Paese da cui non se n’è più andato…
Fu amore a prima vista: adorai da subito l’aria che si respira qui e nel 2002 decisi di trasferirmi. A quei tempi non potevo immaginare quanta strada avrei fatto proprio in questa Nazione che accoglie alcuni dei migliori musicisti e direttori d’orchestra in assoluto. Collaborai con diversi teatri, ma il passo decisivo per la mia ascesa fu quando andai a prendere il posto del maestro Yuri Temirkanov nella direzione della Filarmonica di San Pietroburgo.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
È riuscito nel corso degli anni a proporre al pubblico anche musica italiana?
I russi amano l’opera italiana, però in realtà il Belpaese esporta solo quella. Io invece sono convinto che dovremmo far conoscere anche la nostra musica sinfonica e mi sto impegnando proprio in questo: durante le mie direzioni cerco sempre di valorizzarla. In generale comunque mi piace spaziare tra diversi generi.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
A proposito di questo, ha collaborato addirittura con il tastierista del gruppo rock dei Deep Purple…
Mi piace molto fare esperimenti, provando a mescolare sonorità diverse. A lungo ho collaborato con il compianto Jon Lord, tastierista dei Deep Purple. Penso che fosse un genio e un precursore dei tempi, perché già negli anni 60, periodo in cui musica classica e leggera erano rigidamente distinte, provò a osare, unendo i suoni della sua band a quelli di un’orchestra classica londinese.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Il suo futuro lo vede sempre in Russia?
Questo Paese è ricco di storia e cultura e popolato da gente molto calorosa e ormai i miei obiettivi lavorativi si concentrano qui. In Russia tra l’altro sono nati due dei miei tre figli: è casa mia. Poi ho un disegno ambizioso: vorrei che la giovane orchestra di San Pietroburgo diventasse una delle più importanti al mondo. Ma con l’Italia ho dei progetti in serbo, uno dei quali è una collaborazione con il teatro Carlo Felice di Genova. Anche se l’ultima volta che sono tornato ho provato molta tristezza: ho trovato un Paese diverso, piegato da questa pandemia. Una situazione diversa dalla Russia, dove fortunatamente i luoghi dello spettacolo non hanno chiuso.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
E con Bari che rapporto ha mantenuto?
Bari ha svolto un ruolo importante nella mia formazione musicale e poi è la mia città natale, mi è rimasta nel cuore. Ma non la frequento spesso per motivi lavorativi, ci torno soprattutto per ritrovare parenti e amici. Ho avuto però l’onore di dirigere il concerto per la riapertura del Teatro Petruzzelli nel 2009, anche se poi sono riuscito a condurre una direzione in questo politeama solo 11 anni dopo, nel 2020. Cavalcare questo palco rimane comunque un’esperienza emozionante: mi fa rivivere la stessa magia di quando ero un giovane musicista alle prime armi.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Nel video: il maestro Fabio Mastrangelo dirige l’orchestra di Novosibirsk
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Scritto da
Irene Coropulis
Irene Coropulis
I commenti
- Alfredo Giannantonio - Bellissima intervista, una prova ulteriore dell'importanza dei rapporti culturali fra l'Italia e la Russia