Bari, Massimo e la sua bottega di presepi: «Ospito la Natività in bottiglie, conchiglie e lampadine»
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giovedì 12 maggio 2022
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di Federica Calabrese - foto Daniela Quintavalle
Il suo è un mestiere ereditato dal bisnonno, che ha trasmesso di generazione in generazione i segreti per la lavorazione manuale della terracotta. «Ho iniziato prima in maniera amatoriale, realizzando delle bomboniere all’interno del negozio di mia sorella, ubicato un tempo sempre in via Abbrescia – esordisce Massimo, nato a Lecce ma vissuto sempre a Bari –. Ma poi ho capito che questa poteva divenire la mia occupazione e così mi sono messo in proprio aprendo 42 anni fa il locale in cui sono ancora attivo».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
In realtà entrando ci si ritrova circondati da ogni genere di oggetto: vasellame, argenteria, quadri e dischi in vinile. Sì perché con i soli presepi non si “campa”, così Briamo si sostiene sfruttando il suo laboratorio come mercatino dell’antiquariato e dell’usato.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Ma la sua passione restano sempre le natività in creta, sistemate in apposite vetrine o sparpagliate in vari angoli. «Grazie ai presepi riesco a dare sfogo alla mia creatività – sottolinea il signore –. Questo tipo di produzione mi permette tra l’altro di riprodurre le fattezze umane, in ogni loro sfumatura. Il mio obiettivo è infatti quello di riprodurre il reale. Per questo motivo tra i miei soggetti ci sono anche lo storpio, la donna incinta, la vecchia».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Tra queste sculture di solo un centimetro di altezza rigorosamente modellate a mano senza l’aiuto di pinzette o coltellini da intaglio o il beneagurante “caganer”, tipico del folklore spagnolo, raffigurante un giovane accovacciato intento a defecare. Mentre in una teca sono esposti personaggi maschili e femminili vestiti con abiti di stoffa minuziosamente realizzati.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Massimo ha creato anche un angolo dedicato ai “pezzi di ricambio”, quello che lui ha battezzato “il reparto ortopedia”. Qui ci sono piedi, mani o teste già pronte che possono andare a completare le statuine.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Nella parte retrostante del negozio, scopriamo il laboratorio dove il mastro presepaio dà vita alle sue creazioni: radici, attrezzi per la colla a caldo, sughero e seghe affollano gli scaffali attorno al tavolo dove vengono prodotte le opere d’arte.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
La lavorazione è attenta e scrupolosa. «Prima di tutto va modellata l’argilla a mano o con l’uso di stampi per riprodurre elementi come mani o piedi - ci racconta Massimo -. Il passo successivo è l’asciugatura, seguita dalla cottura in forni che raggiungono temperature di oltre 200 gradi. Io mi servo di quello di un’industria di mattoni di Terlizzi».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Una volta pronto il materiale disegna sulle statue volti, espressioni, vene o capelli. «Utilizzo principalmente la pittura acrilica, ma talvolta anche la tempera, dipende dal dettaglio da colorare», ci rivela.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Infine, il personaggio viene vestito con della stoffa, sapientemente adagiata sulla figura di creta grazie a colla e acqua. «In ultimo ricopro tutto con una soluzione che consente al tessuto di diventare rigido e resistente impedendogli così di rovinarsi», spiega.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
«Tra queste mura – conclude orgoglioso l’artigiano prima di salutarci - custodisco ben 4.000 pezzi, da quelli più comuni a sculture uniche che produco solo io in tutta la Puglia. Perché il presepe è passione, è arte».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
(Vedi galleria fotografica)
© RIPRODUZIONE RISERVATA Barinedita
Scritto da
Federica Calabrese
Federica Calabrese
Foto di
Daniela Quintavalle
Daniela Quintavalle