di Maria Bruno

Il counselor: ecco chi è il professionista della ''relazione d'aiuto''
BARI - Nato negli Stati Uniti d’America agli inizi del ‘900 come attività di orientamento lavorativo, sociale, psicologico e personale, il counseling è oggi, anche a Bari, una realtà ben organizzata nella sfera della comprensione e del superamento del disagio. Il counselor (che non è né un pedagogista né uno psicologo) può essere definito un professionista della “relazione d’aiuto”.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Basa il suo approccio al cliente sulla teoria dello psicologo statunitense Carl Rogers, secondo cui ogni essere umano possiede in sé tutte le risorse necessarie per affrontare e superare ogni problema. «Il counselor aiuta le persone ad aiutarsi», ci spiega Barbara Fabbro, professionista del settore che opera nella realtà territoriale barese anche attraverso il “Centro di ascolto gratuito” sito nella circoscrizione Murat-San Nicola.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Chiunque viva un disagio può rivolgersi al counselor, che guida la persona nel viaggio di esplorazione e comprensione della propria problematica. «Il counselor non consiglia e non propone soluzioni -  continua la Fabbro –  ma sollecita semplicemente una piena consapevolezza di sé».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Chi si rivolge più frequentemente al counseling? «Ogni persona che sperimenta un disagio – afferma Barbara –. Problemi di coppia, perdita di una persona cara, difficoltà a trovare lavoro: questi e tanti altri possono essere i motivi che spingono a chiedere aiuto».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)


Ma per tutto questo non ci sono già gli psicologi? «È importante comprendere – sottolinea Barbara - che il counseling è una relazione di aiuto che non si sovrappone alle altre (come la psicoterapia), ma si affianca ad esse giungendo, se necessario, a un lavoro d’èquipe. Detto ciò, la sostanziale differenza tra lo psicologo e il counselor sta nel fatto che quest’ultimo interviene dove c’è un disagio, un problema, mentre lo psicologo si rivela necessario quando è presente una specifica patologia che compromette lo sviluppo armonico della personalità. L’analisi è anche più lunga rispetto al ciclo di sedute di counceling».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Diversa è anche la formazione di queste due figure professionali: lo psicologo deve necessariamente affrontare studi universitari in psicologia, mentre il counselor frequenta un master teorico-esperenziale della durata di tre anni.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

E i costi? Generalmente l’utente paga un compenso orario che viene stabilito dal professionista e può partire da cifre come 30/40 euro sino ad arrivare a 70 euro per ogni ora di colloquio (per un massimo di dieci sedute). Naturalmente gli incontri sono sempre protetti da segreto professionale, come viene rigorosamente stabilito nel codice deontologico del counselor.


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