La Pinacoteca di Bari, isolata e poco visitata: «La colpa è della politica»
Letto: 20593 volte
mercoledì 18 giugno 2014
Letto: 20593 volte
di Nicola Paparella
Certo, la maggior parte dei baresi probabilmente almeno una volta sono andati a visitarla (magari quando erano studenti, con la scolaresca) ma poi difficilmente ci hanno messo più piede. E la maggior parte degli studenti universitari ne ignora l’esistenza, così come i turisti (o sarebbe meglio dire i crocieristi) che ogni tanto si intravedono tra le vie del capoluogo pugliese. Del resto, se si vuole essere ammirati bisogna mostrarsi e invece questo museo giace al quarto piano del Palazzo della Provincia, fuori mano, isolato e poco pubblicizzato.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Eppure per la dirigente della Pinacoteca, Clara Gelao quella della Provincia di Bari sarebbe la sede giusta per il museo. «Certo – afferma la dirigente - sarebbe bello pensare di estendere la Pinacoteca anche agli altri piani del palazzo, ma credo comunque che questa sia l’ubicazione migliore per il museo, per una questione di dignità architettonica».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Sarà, ma nonostante la Pinacoteca fornisca un’ampia documentazione dell’arte pugliese dall’11esimo al 20esimo secolo, esponga dipinti veneti tra cui opere di Antonio e Bartolomeo Vivarini, Paolo Veronese e Jacopo Tintoretto, dipinti napoletani e ceramiche del 1600-1700, nonostante la sua storia (è in piedi dal 1928) e il basso prezzo d’ingresso (2,58 euro, «le vecchie cinquemila lire» come puntualizza la direttrice), di fatto è visitata pochissimo.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
«Nel 2013 abbiamo avuto suppergiù 8.000 ingressi», afferma la Gelao. Quindi parliamo mediamente di 20-25 visitatori al giorno, per un incasso di 50-60 euro al giorno. Ma questo se pagassero tutti, visto che bisogna togliere dal conto le varie scolaresche, gli insegnanti, gli anziani, i giornalisti. Insomma con i costi non ci siamo, visto che oltre ai due storici dell’arte occupati nella Pinacoteca (tra cui anche la Gelao), il museo conta anche una decina di impiegati.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Ora, evitando imbarazzanti paragoni con le altre pinacoteche italiane (la milanese Brera ha ospitato 250.000 visitatori nel 2013), basta dare un’occhiata alle visite ottenute dallo “spoglio” Castello Svevo di Bari (79.346 ingressi, dieci volte la Pinacoteca), per capire come forse non è che le persone non siano attratte dall’arte, ma che magari a volte è l’arte che non si avvicina alle persone. Quanti sono a conoscenza dell’esistenza di una Pinacoteca a Bari e quanti sanno degli eventi che periodicamente vengono ospitati nel museo?
«Il problema – afferma la Gelao - è che c’è la mano della politica sui musei, a cui non è garantita la piena autonomia. E cosi può avvenire che non sia data la giusta importanza a determinate opere o che non siano stanziati abbastanza soldi per un progetto. Questo è un lavoro che dovrebbe essere veicolato dalla passione, avulso dalla politica, ma ahimè, non è facile staccarsi da certi meccanismi».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Nella galleria fotografica alcune delle opere che ospita la Pinacoteca di Bari. Qui il link al sito internet.
© RIPRODUZIONE RISERVATA Barinedita
Scritto da
Nicola Paparella
Nicola Paparella
I commenti
- CLARA GELAO - Desidero chiarire che sono molto orgogliosa della crescita del pubblico della Pinacoteca negli anni e della sede che ha, bellissima e prestigiosa. Tralascio le considerazioni dell’autore dell’articolo sul fatto che la Pinacoteca sia visitata pochissimo (ma chi lo dice? ha un portale bellissimo, vengono moltissimi studenti, le serate inaugurali di eventi sono strapiene! ). Quanto alla frase finale, anch’essa “virgolettata”, della “mano della politica sui musei”, detta così, non fa parte del mio modo di esprimermi né rappresenta il mio pensiero. Si trattava di un discorso di carattere assolutamente generale, condiviso, credo, da tutte le persone di buon senso (lo hanno detto molti politici e intellettuali, di destra e di sinistra): che cioè la “cultura” non ha e non deve avere un colore politico ma che è un elemento indispensabile a farci diventare migliori cittadini, quali che siano le nostre convinzioni, politiche e non. Clara Gelao Direttrice Pinacoteca Provinciale di Bari
- nicola sibilano - Solito tormentone italiano puntiamo il dito alla politica, ma un pizzico di gestione, propria , no ? sono da 20 'anni che cerco di visitarla una ragione o l altra, mostre all'ingresso , presentazioni , confrenze stampe ma di raggiungere il piano della galleria mai al che penso che ci sia uma maledizione sempre chiusa o giorni festivi, caro articolista che la colpa non e della politica inventiva , marketing, presenza troppo trascurata la presenza della Galleria nei mass media, e nel tessuto sociale della citta', vivo in Provincia e vi posso dire che le maestranze e gli addeti al lavoro ai musei sono piu motivati , ecco qui in mezzo ci sono chiavi di accesso per migliorarla... Saluti Nicola Sibilano - Conversano
- Paolo - A conferma, purtroppo, di quanto la pregevolissima Pinacoteca non riesca ad essere centrale, come meriterebbe, nella immagine e nella vita culturali della città (dovrei meglio dire "provincia"), colgo da questo articolo lo spunto per porre un quesito che non ha trovato risposta nella sezione "la storia" del sito WEB della Pinacoteca. Gradirei sapere quando ufficialmente essa è stata intitolata all'artista Corrado Giaquinto, visto che ho abbastanza anni per ricordare che era sempre menzionata come "Pinacoteca provinciale".