Rumori, la colpa non è sempre dei vicini: le nostre case sono a norma?
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mercoledì 5 novembre 2014
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di Francesco Savino
Nell'eterna “lotta” contro chi procura rumore, spesso però ci si dimentica delle proprie responsabilità. «I rumori possono propagarsi per via aerea o per via strutturale all'interno degli edifici, se questi presentano solai e pareti mal realizzate, per di più senza materiali fonoassorbenti». Ad affermarlo è l'ingegnere Sabrina Scaramuzzi, specializzata in acustica in campo ambientale. Inutile dunque sbraitare nei confronti del vicino che pigia lo scarico del water in piena notte, il problema infatti potrebbe essere il nostro: potremmo abitare in case esposte a inquinamento acustico.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
«Le norme di riferimento - spiega l'ingegnere - sono quelle contenute all'interno del Dpcm del 5 dicembre 1997, che regola l'acustica in edilizia. Tale decreto determina tutti i requisiti acustici che gli edifici di nuova costruzione devono possedere».
Il problema è che spesso i palazzi vengono eretti senza far riferimento alle legge citata sopra. «Succede che in fase di progettazione vengano previsti tutti gli accorgimenti necessari alla realizzazione di edifici insonorizzati – sottolinea Scaramuzzi - ma successivamente in cantiere durante la messa in opera delle strutture tutto ciò viene disatteso a causa di costruttori che risparmiano sui materiali, si avvalgono di maestranze poco qualificate o hanno fretta di finire la costruzione».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
E quindi spesso ci si ritrova con muri che non filtrano i rumori e che al contrario permettono che il “fastidio” entri nelle proprie case. «Sono tanti i contenziosi legali aperti da acquirenti insoddisfatti, che si lamentano dell'appartamento acquistato in cui è difficile vivere dignitosamente per l'assenza di adeguate misure di isolamento acustico – afferma ancora l’ingegnere -. E a quel punto non è facile intervenire, perché insonorizzare un solaio o aggiungere delle contropareti in cartongesso fonoisolante, portano inevitabilmente a una diminuzione dello spazio abitabile e di conseguenza del valore dell'immobile».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Perché se abbiamo acquistato un appartamento o un edificio di recente costruzione (successiva al Dpcm del 5 dicembre 1997) che non rispetta i requisiti acustici passivi, possiamo rivalerci sull'impresa costruttrice, sul progettista, sul direttore lavori, ma anche sul Comune, se quest'ultimo non ha richiesto all'impresa edile le opportune certificazioni al momento della costruzione dello stabile. «In provincia di Bari non sono molti i Comuni sensibili alle problematiche legate all'acustica – afferma l’ingegnere. Tra i virtuosi ci sono Bitritto, che richiede alle imprese edili il collaudo acustico degli immobili, Capurso e Mola.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Ma come fare a capire se l'edificio rispetta la normativa dei requisiti acustici? «È necessario affidarsi ai tecnici specializzati in acustica – dice la Scaramuzzi -. Sono loro ad effettuare misurazioni all'interno degli ambienti rilevando, attraverso fonografi, microfoni e macchine da calpestio, l'eccesso di decibel. I valori ottenuti verranno confrontati con gli indici contenuti all'interno delle normative e sarà prodotta la relativa certificazione».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
E solo dopo questa analisi si potrà capire se è il caso di prendersela con il vicino “chiacchierone” o se invece il problema è il nostro che abbiamo case fatte di muri troppo sottili per poter fungere da barriera sonora.
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Scritto da
Francesco Savino
Francesco Savino