La costa crolla, a Bisceglie chiusa la pista ciclabile. Il Wwf: «Lo avevamo detto»
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mercoledì 16 settembre 2015
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di Eva Signorile
Appunto, la pista ciclabile. Essendo venuto a conoscenza del progetto da parte del Comune di Bisceglie di creare questo percorso, nel 2006 il Wwf espresse parere negativo, con il quale non solo paventava il rischio di crolli, ma rilevava anche difetti di progettazione della pista. Ma all’epoca l’associazione ambientalista non venne ascoltata.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Alte falesie punteggiate da cavità naturali che si affacciano nell’acqua a formare un piccolo promontorio nei pressi di una romantica spiaggetta sul litorale biscegliese: queste sono le Grotte di Ripalta. «E nel 2006 noi sottolineammo come quelle grotte affacciandosi sul mare e protraendosi all’interno della parete rocciosa, rendevano rischiosa l’ipotesi di una pista ciclabile sulla costa che le sovrasta – ricorda Sasso -. Ma non fummo presi sul serio. Il Comune procedette alla realizzazione della pista, per altro eccessivamente larga, tanto da diventare meta di gare di quad e motocross. Addirittura tempo fa parte della staccionata è stata divelta per il passaggio di un mezzo in fuga dopo una rapina al vicino outlet».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
I timori del Wwf sulla pericolosità di quella pista ciclabile si sono mostrati più che fondati, tanto che a neanche dieci anni di distanza il percorso è stato interdetto al pubblico. E così sono stati buttati al vento anche migliaia di euro (il progetto preliminare prevedeva uno stanziamento di 360mila euro, finanziato con fondi europei).Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
«Avevamo fatto anche delle proposte precise e articolate in alternativa al progetto – prosegue l’ambientalista -. Tra queste, proponevamo di rispettare la sentieristica già esistente: ciò avrebbe permesso di risparmiare molto denaro. Di quella pista non apprezzammo neanche il tipo di pavimentazione».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Per realizzarla infatti furono utilizzate le pietre dei muretti a secco che dividevano alcuni terreni espropriati:le pietre vennero sbriciolate per compattare i sentieri, creandone uno ex novo, sfruttando porzioni di terreno sulla costa. Ironia della sorte, nel 2009 l’area delle Grotte di Ripalta fu interessata da un progetto mirato al rifacimento dei muretti a secco. La Provincia di Bari, cui all’epoca Bisceglie faceva capo, mise a disposizione 250mila euro per ripristinare queste opere murarie tipiche delle Puglia. Insomma prima la distruzione e poi il rifacimento.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
«Furono rimessi in piedi tutti – spiega Sasso - ma se quelli originali avevano una struttura trapezoidale, i nuovi furono costruiti a forma di parallelepipedo: il risultato è che stanno crollando. Fu anche fatta una colata di cemento sulle grotte che doveva servire ad ospitare panchine e bidoni della spazzatura: le panchine non ci sono più da tempo, mentre i contenitori della spazzatura sono tre latte arrugginite. Segnali evidenti dello stato di abbandono in cui da tempo versa l’area».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
L’assessore alle opere pubbliche del Comune, Vincenzo Valente, afferma che Bisceglie è in attesa dei bandi europei 2014-2020 che dovrebbero consentire di intervenire sul sito in maniera strutturale. Nella speranza che questa volta non vengano buttati soldi in opere non sostenibili.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
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Scritto da
Eva Signorile
Eva Signorile