''Tour della conoscenza'': in treno alla scoperta degli scempi ambientali
Letto: 6005 volte
lunedì 18 marzo 2013
Letto: 6005 volte
di Eva Signorile
E’ ciò che hanno organizzato domenica 17 marzo varie associazioni di volontari impegnate nella tutela del territorio: il comitato Municipi per Bari, il Laboratorio Urbano, il Circolo Angelo Vassallo e l’associazione Villaggio dei Lavoratori. Noi abbiamo partecipato all’escursione, insieme con un’altra ventina di persone.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Partenza alle 9.38, riuniti tutti in una carrozza, in marcia verso sud. Nicola De Toma, macchinista di Trenitalia, illustra il percorso, indicando i caseggiati e le costruzioni a sinistra e a destra del treno. Ritorna a più riprese il nome di Punta Perotti la “saracinesca di Bari” che non c’è più, ma che potrebbe essere sostituita da altri palazzi “in linea”, integrati cioè con il profilo della zona circostante. Poco dopo, dal lato interno spuntano i nuovi complessi di “Sant’Anna”. Per i tre organizzatori del tour questi palazzi, assieme ai nuovi che verranno, sono fra i motivi per cui si è stabilito l’interramento dei binari verso Mungivacca e il successivo ricongiungimento del tratto ferroviario a Torre a Mare.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
«Gli appartamenti – spiega De Toma – vengono venduti spesso con la promessa della “vista mare”, invece c’è la ferrovia: con l’interramento dei binari, il problema scompare». Ai tre organizzatori non va giù, però, che a causa del fatidico “collo d’oca”, per i quali è previsto lo stanziamento di 750milioni di fondi CIPE, finiscano con il cadere in disuso stazioni che sono state costruite in un recente passato e che potrebbero continuare ad essere utilizzate, evitando un enorme dispendio di denaro pubblico. Preferirebbero che quei fondi venissero stornati verso l’interramento dei binari tra Palese e Santo Spirito, i due quartieri spaccati dalla ferrovia e afflitti dalla presenza di sette passaggi a livello.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Arrivati a Torre a Mare, proseguiamo a piedi, costeggiando Lama Giotta: la sua riqualificazione rientra tra gli obiettivi del Piano Strategico e la giunta Regionale del 28/12/2009, con delibera n. 2686, aveva quantificato in 900mila euro i fondi necessari per l’area. Dallo scenario di degrado che si offre ai nostri occhi (vedi foto galleria), è evidente che questi fondi non sono ancora arrivati a destinazione.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
La vegetazione ostruisce la corsa delle acque piovane verso il mare e i detriti e i rifiuti accumulatisi nel tempo costituiscono una piccola diga che, in caso di piogge troppo intense, può rivelarsi pericolosa. Solo un mandorlo in fiore regala un po’ di gentilezza nello squallore di incuria e inciviltà offerto dalla Lama.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Più giù, verso il mare, il suo fondo è stato asfaltato, mentre da un balcone di uno dei palazzi costruiti lungo l’alveo, una signora ci chiede: «Siete venuti a pulire questa sporcizia? Finalmente». La donna non sa che la casa in cui abita non è a distanza di sicurezza (minimo 150 metri) dalla Lama.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Ci incamminiamo verso il porto del quartiere, afflitto da un insabbiamento tale che molte imbarcazioni, ormai, evitano di attraccare.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
È ora di pranzo, si ritorna in bus. Prossima partenza il 7 aprile: direzione nord questa volta, destinazione Palese-Santo Spirito.
© RIPRODUZIONE RISERVATA Barinedita