Un edificio discusso che rappresenta però da quasi 70 anni un incontestabile punto di riferimento di Bari. È il “Palazzo della Motta”, stabile di 12 piani che svetta sulle basse abitazioni che lo circondano dal lontano 1955, anno in cui fu costruito nel cuore di Bari, all’angolo tra corso Cavour e corso Vittorio Emanuele. Un colosso di cemento che venne realizzato anche per ospitare la sede della famosa ditta di dolciumi milanese da cui prende il nome. Proprio la sua “zuccherosa” vocazione (portata avanti sino agli anni 90), unita al fatto che fu il primo (e per molto tempo l’unico) grattacielo della città, lo hanno trasformato negli anni in un simbolo del capoluogo pugliese. Del resto anche la posizione in cui si trova, all’incrocio tra due delle principali arterie del centro, non fa che rimarcare la sua strategica importanza. Certo, va detto che l’edificio rappresenta uno degli “sfregi” storici perpetrati ai danni della Bari Ottocentesca. Il “Motta” fu realizzato infatti al posto della più antica dimora del murattiano (Palazzo Barbone) e venne eretto non tenendo conto, anche nell’altezza, del contesto architettonico circostante