Da quando la Russia ha invaso l’Ucraina dando il via al conflitto che da fine febbraio ha messo in allerta tutto il mondo, non si fa altro che parlare dei rincari dei beni di prima necessità come pane e pasta ma soprattutto dell’aumento che ha subito il costo del gas. Tra tagli alle forniture, sanzioni economiche, chiusura di importanti impianti e grosse speculazioni, il prezzo del combustibile è salito vertiginosamente, andando a colpire paesi come l’Italia che importano la maggior parte del gas proprio da Mosca. Anche i collegamenti tra città europee e russe si sono complicati, creando notevoli disagi agli italiani che lavorano nell’ex Unione Sovietica. Tra questi c’è il 42enne ingegnere barese Donato D’Ambruoso, che dirige un dipartimento dell’enorme impianto di produzione di gas naturale liquefatto di Sabetta, nella penisola di Jamal, in Siberia. Approfittando di un suo momentaneo ritorno nel capoluogo pugliese, abbiamo intervistato Donato sia per capire come i nostri connazionali stiano vivendo la situazione bellica, sia per farci spiegare le dinamiche che ruotano attorno allo strategico mondo del gas