C’è chi ripara la chiglia delle barche (u calatafàre), chi raccoglie in acqua “manualmente” piccoli crostacei e pesciolini (u rattapìte), chi carica e scarica le merci dalle navi (u vastàse de u muele) e chi di notte, munito di lampara, si dedica sui gozzi alla pesca di polpi e “ciambotto” (u varcheceddàre). Parliamo degli antichi e “artigianali” mestieri di mare: occupazioni che hanno da sempre impiegato i baresi, soprattutto in tempi di povertà. Lavori che oggi risultano pressochè scomparsi o in alcuni casi completamente trasformati