Dal Secondo Dopoguerra in poi Bari si trasformò completamente dal punto di vista architettonico. “Abbattimento” divenne la parola d’ordine in quartieri che assistettero alla distruzione di antichi edifici ottocenteschi. Al loro posto vennero innalzati moderni e alti fabbricati spesso di dubbio gusto, creati con il solo fine di ospitare il maggior numero di negozi e appartamenti. Ma fra tanta mediocrità estetica, ci furono due talentuosi progettisti baresi che riuscirono a importare nel capoluogo pugliese un concetto nuovo di architettura, che metteva, nonostante tutto, “l'arte sopra ogni cosa”. Parliamo di Vittorio Chiaia e Massimo Napolitano. Siamo andati a riscoprire i loro capolavori (foto di Antonio Caradonna)