Un tessuto prezioso, che brilla come l’oro alla luce del sole ma che proviene dall’oscurità dei fondali marini. Stiamo parlando del bisso, “la seta del mare”: un antico filato di pregio la cui complessa lavorazione è stata tramandata da poche famiglie in alcune zone del Mediterraneo, tra cui il tarantino.
Si ricava da un mollusco chiamato scientificamente Pinna nobilis ma meglio conosciuto come “nacchera di mare”, maggiormente diffuso in Italia nelle acque di Taranto (dove viene definito lanapenna) e in quelle di Sant’Antioco, in Sardegna.
Un’arte, quella della lavorazione del bisso, riuscita a sopravvivere allo scorrere del tempo, ma che si è dovuta arrestare una decina d’anni fa, quando a causa di un protozoo “assassino” si è verificata una rapida morìa della nacchera. Così i piccoli laboratori tessili che producevano il tessuto sono stati costretti a chiudere, forse per sempre