Il "disperso" altare di Santa Maria del Buonconsiglio
Due file di colonne con capitelli decorati, geometrici pavimenti musivi e una malmessa iscrizione: è tutto ciò che rimane di uno dei siti religiosi più affascinanti di Bari Vecchia: la chiesa di Santa Maria del Buonconsiglio.
Il millenario tempio, risalente al IX-X secolo d.C., fu infatti demolito definitivamente nell’agosto del 1938, dopo aver vissuto un lungo periodo di oblìo iniziato nel 1899, quando a seguito della soppressione delle congregazioni religiose venne abbandonato dalle monache domenicane che l’abitavano. Ormai pericolante e privo del tetto, crollato nel 1919, venne così raso al suolo anche al fine di creare una piazza che desse “aria” a una zona priva di spazi pubblici aperti.
A quel punto tutti i preziosi arredi che arricchivano Santa Maria sparirono nel nulla: di dipinti, cattedre, croci e candelieri si persero le tracce. Trafugati? Presi in “prestito” da qualcuno? Spostati in altri edifici? Non è dato saperlo. Del resto è possibile che già prima dell’abbattimento gli ornamenti fossero stati portati via dalla chiesa.
Un elemento però si è salvato, anche se sono veramente in pochi a saperlo. Si tratta dell’elegante altare marmoreo che occupava l’unica abside centrale, che da più di ottant’anni è conservato nella parrocchia di San Pasquale, situata nel cuore dell’omonimo quartiere barese. Una cattedra databile agli inizi del XVIII secolo, periodo in cui tutti gli edifici religiosi del centro storico, Santa Maria compresa, subirono un ammodernamento barocco (foto di Fabio Voglioso)