«Vissi lì l’estate più lunga della mia vita». Inizia così il viaggio nella memoria del 75enne barese Vito Petino, che da bambino abitò nella baraccopoli di Torre Tresca, quella che lui stesso non esita a definire “il ghetto”. Il luogo, nato in principio come campo per prigionieri di guerra, dal 26 luglio 1950 al 20 novembre 1968 divenne infatti un luogo per l’accoglienza dei senzatetto baresi