Francesco Ebasta: «Nel mio libro svelo il ''segreto delle donne''»
Letto: 14327 volte
lunedì 27 gennaio 2014
Letto: 14327 volte
di Ilaria Milella
Francesco che cosa ti ha spinto a metterti a scrivere?
Il tanto tempo che trascorrevo in treno spostandomi continuamente tra Bari e Roma, città dalla quale salpavo per comandare le mie navi. Mi sono preso una seconda laurea e ho partorito l’idea del libro.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Che influenza ha avuto il tuo lavoro sulla scrittura del romanzo?
Ha contribuito in modo rilevante. I viaggi mi hanno permesso di incontrare tante persone, sempre pronte a raccontarmi le loro storie, da cui ho preso spunto per ideare i personaggi del mio libro. In più confrontarmi con culture diverse mi permesso di mettere in discussione i nostri “schemi mentali”.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Parliamo del libro: quali tematiche affronti?
Racconto la storia di un giovane ragazzo emigrato, lontano dalla sua terra e alla ricerca di un lavoro che si trova a fronteggiare delle esperienze traumatiche e positive che lo faranno a crescere e maturare. Ci sono tre idee alla base del “Segreto delle donne”. Prima di tutto il “viaggio”, argomento comune a molti giovani del Sud che per lavoro sono costretti ad abbandonare la propria terra e lasciare ciò che amano. Poi la “crescita” e la “rottura del paradigma” o almeno il tentativo di sfuggire a ciò che l’educazione ci ha imposto.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
E che c’entrano le donne?
Sono loro, con la loro forza, le loro peculiarità, ad accompagnare il protagonista nelle vicende che si troverà a fronteggiare nella storia. Ogni capitolo coincide con una peculiarità o una debolezza di ognuna di queste donne (il loro “segreto”), esseri umani più completi perchè in possesso di una capacità d'amare superiore a quella degli uomini.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Il protagonista ha il tuo stesso nome: ti rivedi in lui?
Francesco è una sorta di fratello minore di cui io sono il confidente. Rivedo me stesso in lui solo nei capitoli dedicati all’incidente d'auto, che per entrambi ha avuto un forte impatto.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
A quali modelli letterari ti sei ispirato nello scrivere il romanzo?
Mi influenzato la lettura di quegli scrittori che usano un linguaggio semplice, che arriva a tutti. Penso a Banana Yoshimoto, a Carlo Ruiz Zafon, anche a Fabio Volo. Ammiro poi Niccolò Ammaniti come “realista”.
Bari, per uno scrittore emergente, è una buona piazza per attirare l’attenzione sul proprio lavoro?
Bari può essere un buon trampolino se si decide di coltivare la scrittura come svago, hobby. Per chi ambisce a diventare un scrittore serio inveve questa città non offre gli strumenti adeguati. Lo spazio dedicato alla pubblicità è inferiore rispetto a quello garantito da case editrici centro-settentrionali. Anche il pubblico a cui presentare l’opera è marcatamente ridotto rispetto ad altre città italiane.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Progetti ?
Attualmente i miei sforzi sono concentrati sulla pubblicazione del mio secondo romanzo, dove questa volta lascio un margine più vasto del racconto a vicende con tematiche erotiche. Nel libro ci saranno dei disegni fatti a mano da una pittrice esordiente: l'idea è quella di mescolare in modo armonioso diversi stili artistici.
© RIPRODUZIONE RISERVATA Barinedita
Scritto da
Ilaria Milella
Ilaria Milella