Simone De Vivo, scrittore 18enne: «Ci nascondiamo in piccole matrioske»
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venerdì 4 luglio 2014
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di Micaela Ricci
Ci sono scrittori che per vedere un loro lavoro pubblicato aspettano anni, tu ci sei riuscito al primo colpo e a 18 anni: qual è il segreto?
Il mio segreto sono i miei genitori che hanno creduto al progetto fin dall’inizio e hanno inviato il romanzo alle case editrici. Credo comunque che le armi vincenti siano l’impegno e la dedizione: io ho studiato tanto e mi sono preparato. Poi in realtà con Facebook ora è tutto più facile: proponi il tuo progetto e ti rendi conto subito se il pubblico lo apprezza oppure no. Certo, c’è qualcuno che ha deciso di lanciarmi, nonostante l’età. Io ho accettato l’offerta di una giovane casa editrice di Ragusa: ho pensato che le piccole realtà possano curare meglio i propri autori.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Da dove nasce l’idea alla base del tuo romanzo, “Amore da matrioska”?
Da una situazione familiare difficile, la leucemia di mio cugino. La storia vede intrecciarsi le vite di Simone, 23enne affetto da schizofrenia e suo cugino Davide, ammalato di leucemia. C’è anche un personaggio femminile, Luna, controfigura di una ragazza che c’è stata davvero nella mia vita. All’inizio, prendendo spunto dalle mie vicende personali, ho iniziato a scrivere una specie di diario per sfogarmi, ma pian piano mi sono reso conto che il tutto stava prendendo una forma diversa e ho deciso di scrivere un romanzo. Si tratta di una storia inventata su una base di verità.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Cosa c’entra la matrioska?
La matrioska nel libro simboleggia la parte più nascosta dell’anima. A volte capita che gli uomini cerchino di nascondere i propri sentimenti ed emozioni, chiudendoli in piccole matrioske, affinché nessuno possa scovarli. Nel libro si parla proprio di questo, soprattutto quando il protagonista scopre di essere schizofrenico.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
La malattia è infatti al centro del libro: perché questa scelta?
Sono affascinato dalla malattia. Vorrei studiare quelle mentali e fare studi psichiatrici, capire quello che pensano i malati per riuscire ad reinserirli nella società. Per scrivere questo libro ho dovuto documentarmi, studiare l’argomento e ho voluto porre al centro del romanzo il modo di pensare di chi è affetto da un disturbo psichico.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Credi che il tuo romanzo nasconda un messaggio?
Il mio è un libro di formazione che tratta della vita dei giovani, dei loro problemi, delle ansie e delle “paranoie”. Simone è soprattutto attanagliato dalla paura del futuro, dal timore di non poter guarire ma allo stesso tempo spera di potercela fare. Io credo che ci sia una risposta a queste paure ed è la stessa della psichiatra che ha scritto la prefazione, Alessia Perez: solo la famiglia e l’amore possono aiutare il malato, infondendogli il coraggio per andare avanti.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Quali sono i modelli letterari a cui ti sei ispirato?
Tra i miei riferimenti c’è sicuramente il libro “Mi riconosci” di Andrea Bajani, dal quale ho tratto spunto per il modo di descrivere i dettagli. Non mi sono soffermato sulla malattia in sé ma sui pensieri del malato e in questo mi ha aiutato anche un autore che ho studiato quest’anno a scuola, Torquato Tasso, con il suo modo insolito di scrivere e con la sua vita complicata. Nel libro, diviso in brevi capitoli, come dei racconti che seguono un filo cronologico, ho inserito delle poesie, in particolare “Odi et amo” di Catullo, per descrivere l’amore tra Simone e Luna, un sentimento contraddittorio fatto di odio e serenità.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Cosa si prova ad avere successo alla tua età?
Scrivere è stata sempre la mia passione, lo faccio da quando andavo alle scuole medie e vedere il mio libro pubblicato con una casa editrice nazionale mi ha reso fiero di me stesso. Ma la mia vita rimane uguale. L’unico aspetto nuovo è che ho la possibilità di presentare in giro per l’Italia il mio libro: posso così conoscere posti nuovi, viaggiare e confrontarmi con persone che hanno la mia stessa passione. E’ molto entusiasmante.
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Scritto da
Micaela Ricci
Micaela Ricci
I commenti
- Giacomo - Brava! Articolo da diffondere perché la lettura è la cosa che arricchisce il vocabolario di un ragazzo e gli apre l'orizzonte. Purtroppo, i ragazzi ormai leggono pochissimo e non sanno più esprimersi. Io, da ragazzo, scrivevo barzellette che inviavo a varie riviste che spesso me le compensavano e con il ricavato unito alla modesta paghetta, acquistavo libri... quanti libri fino all'università. Mi piaceva tanto leggere prima di addormentarmi e passavo le ore ... tanto che mi passava il sonno. Adesso, purtroppo, non riesco più a leggere perché quando vado a letto crollo. Peccato! Sarebbe bellissimo andare a vivere secondo natura, con la donna amata ... e la sera leggere e scambiarsi le emozioni e ... terminare abbracciati insieme ai libri.