Cedro: «Nelle mie canzoni rendo protagonista la tradizionale e soave fisarmonica»
Letto: 2963 volte
venerdì 6 novembre 2020
Letto: 2963 volte
di Daniele Cifarelli
Come nasce la tua passione per la musica?
Con la fisarmonica. Mio padre ne conservava una nell’armadio e un giorno, spinto dalla curiosità, l’ho presa in mano e ho cominciato a suonarla, prima come passatempo e poi prendendo anche lezioni private. Pian piano alla musica ho aggiunto anche delle parole, derivanti dalle poesie che scrivevo quando ero bambino.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Quindi hai cominciato da subito la “carriera” da cantautore…
In realtà no. Tutto era rimasto nel dilettantismo, sino a quando nel novembre del 2014 è accaduto qualcosa. Per puro divertimento mi stavo esibendo con un gruppo nella Taverna “vecchia” del Maltese, cantando le canzoni di Francesco De Gregori, quando a un certo punto è scattata la “scintilla”. Un qualcosa che mi ha spinto a decidere di dedicarmi totalmente alla musica. E nel 2016 mi sono anche trasferito da Rimini (dove lavoravo nel campo dell’intrattenimento) a Castellana Grotte, paese che ospita la casa discografica che mi ha dato fiducia: la Trulletto records.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
E ti sei trasformato in Cedro: perché questo nome?
L’ho scelto in occasione della pubblicazione nel 2019 del mio primo brano: “Cedrata”. Ho pensato al cedro come frutto longevo e il cui albero è perfetto pur nella sua imperfezione. Mi piace ciò che simboleggia, per me che sono un grande amante della natura.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Quest’anno hai pubblicato su tutte le piattaforme digitali anche il tuo primo Ep…
Si chiama “Fiorire sfiorire” e l’ho inteso come un ciclo vitale, una sorta di nascita e rinascita in cui metto insieme la musica popolare e il cantautorato italiano. Contiene cinque pezzi: “Ragazza di mare”, “Astronomia”, “Autunno”, “Lontani” e “Cedrata”.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Di che parlano i tuoi brani?
Delle mille sfaccettature dell’amore e della genuinità dei sentimenti. Sullo sfondo però c’è sempre la natura (da qui il nome dell’album) che come ho detto rappresenta la mia autentica passione.
Musicalmente a chi ti ispiri?
Posso definire il mio genere come “cantautorato folk acustico”, un qualcosa che si discosta notevolmente da ciò che si ascolta oggi. Gli artisti da cui traggo ispirazione sono infatti i grandi cantautori della “vecchia” canzone italiana, come Fabrizio De André e Francesco De Gregori, ma anche Vinicio Capossela e Max Gazzè.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
“Folk acustico” perché nelle tue canzoni rendi protagonista la fisarmonica.
Quando ho concepito il disco non avevo previsto l’inserimento della fisarmonica, al contrario stavo puntando su altri strumenti. Nella prima versione di Cedrata ad esempio c’erano chitarra e batteria. Poi però ho fatto tabula rasa: ho capito che la fisarmonica poteva rendere il mio lavoro diverso, rappresentando le mie origini e la mia terra. Ho quindi deciso di metterla al centro del progetto, unendo la mia voce al suono soave di un antico strumento che richiama le tradizioni popolari della Puglia.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Nel video, il brano “Cedrata” tratto dall’album “Fiorire sfiorire” di Cedro:
© RIPRODUZIONE RISERVATA Barinedita
Scritto da
Daniele Cifarelli
Daniele Cifarelli
I commenti
- arkydesign - una cedrata corretta al rhum nn sarebbe poi male...il ns Cedro è virtuoso e dona allo strumento una peculiare sonorità, ritmo e battute in sincrono, meriterebbe maggiore "mercato", chissà che qualcuno lo "scopra" anche per la singolarità nell'utilizzo dello strumento. Bravo. Sono rimasto agli Hugu Tugu e agli Hokkaido, sonorità baresi anni '70! Poi vennero dei gruppi punk ... Ciao!