di Silvia Strisciuglio

Vito Lopriore: «Scrivo gialli, ma i miei punti di riferimento sono i grandi autori classici»
BARI – «Scrivo gialli ma leggo prevalentemente autori classici: Dostoevskij, Tolstoj, André Gide, Gabriel García Márquez, James Joyce, Virginia Woolf. Penso debbano essere i mostri sacri della letteratura il punto di partenza per ogni scrittore». A parlare è il putignanese Vito Lopriore (in foto), che nel giugno scorso ha pubblicato il suo primo romanzo dal titolo “Il cielo nascosto”. Si tratta di un thriller che racconta di un complotto internazionale in cui sono coinvolti la CIA, il Vaticano e la criminalità organizzata, ambientato tra Roma, Cape Cod e Palermo negli anni Ottanta. Ne abbiamo parlato con l’autore.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Come ti sei avvicinato al mondo della scrittura?

Sono sempre stato un avido lettore ed è proprio dall’amore per la letteratura che è nato quello per la scrittura. Da ragazzo ho anche collaborato con vari giornali locali ma non ho mai abbandonato la scrittura creativa, cimentandomi in racconti e poesie. E durante la pandemia di Covid, nel 2020, ho avuto l’ispirazione (e finalmente anche il tempo) per la scrittura del mio primo romanzo.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Parliamo del tuo amore per la letteratura. Qual è il tuo genere preferito e quali sono gli autori che hai preso come riferimento per la scrittura del tuo libro?

Ora leggo prevalentemente autori classici: Dostoevskij, Tolstoj, André Gide, Gabriel García Márquez, James Joyce, Virginia Woolf. Penso debbano essere i mostri sacri della letteratura il punto di partenza per ogni scrittore. Nella mia formazione letteraria hanno però ricoperto un ruolo importante anche i gialli: ricordo che, tra i 14 e i 15 anni, divoravo quelli scritti da Montalbán.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

E il tuo libro è di fatto un giallo. Come hai strutturato la trama particolarmente intricata e ricca di personaggi?

Scrivere un giallo è decisamente molto complicato, io ci ho impiegato quattro anni.  La prima cosa che ho fatto per costruire l’impalcatura è stata realizzare uno schema della trama e dei personaggi. Dopo aver iniziato a buttare giù la prosa, ho letto moltissimi libri di scrittura creativa per affinare il mio stile. Fondamentale nello snellimento della storia è stato poi il lavoro di editing svolto dai professionisti della casa editrice Delos Digital, senza il quale il romanzo non sarebbe quello che è oggi.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)


In sintesi qual è la trama?

La protagonista è la sedicenne Rachele Rinaldi, la cui vita viene sconvolta per sempre quando, con la famiglia, si trasferisce nello Stato del Vaticano. È qui che la ragazza si trasformerà, suo malgrado, da spensierata adolescente a pedina di un gioco più grande di lei che comprometterà inevitabilmente la sua sorte.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

“Il cielo nascosto”: a che cosa è dovuta la scelta di questo titolo?

I personaggi principali della storia, Rachele, Aquila Nera e D’Artagnan, hanno una cosa in comune: all’improvviso, la loro vita tranquilla viene oscurata da avvenimenti gravi e pericolosi, proprio come l’azzurro di un cielo sereno può essere nascosto da dense nubi nere prima di un temporale.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

La storia è ambientata negli anni ’80 ed è popolata da cardinali, boss mafiosi, agenti della CIA, terroristi russi. Come hai fatto a ricostruire in modo dettagliato quell’epoca e a caratterizzare personaggi appartenenti a mondi molto diversi dal tuo?

Sono da sempre appassionato di storia politica e militare del 900 e leggo moltissimi saggi a riguardo. Questo sicuramente mi ha avvantaggiato nel delineare l’ambientazione della storia in modo preciso. Non c’è un solo nome, dettaglio o riferimento storico, infatti, che sia stato lasciato al caso. Per caratterizzare i protagonisti mi sono ispirato a personaggi realmente esistiti, come l’arcivescovo Marcinkus e il criminale Enrico De Pedis.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Qual è il messaggio che vorresti i lettori traessero dalla lettura del romanzo?

Che la corruzione umana finisce per generare la morte di innocenti. Questo è esattamente quello che accade alla mia protagonista che si ritrova a pagare le conseguenze per errori che non ha commesso.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Guardiamo al futuro: hai in mente un nuovo libro?

Sì, sto lavorando a un nuovo giallo che sarà ambientato nella mia regione: la Puglia. Non vedo l’ora di far emergere tramite la scrittura le sensazioni, i sapori, gli odori e i colori che avvolgono la terra in cui sono cresciuto.


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