Bari, avvelenate centinaia di preziose api nell'istituto Di Cagno Abbrescia
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venerdì 15 aprile 2016
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di Salvatore Schirone
Come è purtroppo avvenuto lo martedì scorso 12 aprile, quando un importante sciame che si era insediato tra la finestra e la grondaia del secondo piano dell'istituto scolastico Di Cagno Abbrescia in corso Alcide De Gasperi, è stato quasi completamente sterminato da mani sconosciute. (Vedi foto galleria)
A constatare la triste fine di centinaia di questi preziosi insetti, è stato Massimo De Filippis. L'apicultore barese che a luglio di due anni fa, grazie alla denuncia di uno studente e alla nostra insistenza, era riuscito a mettere in salvo un alveare di circa 50mila api che rischiava di cadere da un melograno all'interno del Campus universitario di via Orabona. Ma questa volta, ironia della storia, in un altro luogo deputato all'istruzione, le cose non sono andate per il vero giusto e la strage si è purtroppo consumata.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
«Mi hanno chiamato lunedì mattina - racconta De Filippis - segnalandomi la caduta dell'alveare. Le api erano disorientate, ma tutte vive e vegete. Il giorno dopo, però, quando sono tornato con la mia attrezzatura per salvarle con l'aspirazione, mi sono trovato davanti questo spettacolo: centinaia di api avvelenate con l'insetticida».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Ad accorgersi degli insetti era stato Francesco, un impiegato dell'Amgas, la cui sede è pure nel campus scolastico. «Abbiamo chiesto prima l'intervento dei Vigili del fuoco e dell'Amiu - testimonia l'impiegato - ma ci hanno detto di non essere abilitati a intervenire. Dopo aver transennato la zona, mi hanno dato il contatto dell'apicultore».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Difficile stabilire se l'alveare sia caduto accidentalmente o sia stato divelto volontariamente da qualcuno. Il dirigente dell'Istituto escluse decisamente la seconda ipotesi: la scuola la domenica era chiusa. «Secondo me invece le api sono state certamente colpite dalla finestra - dichiara al contrario De Filippis -. Poi hanno cercato di risalire andando a ripolare il favo che era restato appiccicato lì e a quel punto sono state uccise». Perchè è certo che qualcuno durante la giornata di lunedì ha avvelenato le api, forse nel tentativo stupido di difendersi dagli insetti spaventati e disorientati.
Il risultato è stata la morte della maggior parte degli insetti: quelli ancori vivi, in parte ricompostisi anche in un angolo a terra sotto la parete dell'edificio, sono comunque contaminati e spacciati. All'apicultore non è restato così che raccogliere un insetto da sottoporre ad esame, rimettere a posto i suoi strumenti e ritornare a casa sconfitto.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
(Vedi galleria fotografica)
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Scritto da
Salvatore Schirone
Salvatore Schirone