Le nostalgiche cabine telefoniche: a Bari ne sono rimaste 297, ma molte non funzionano più
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lunedì 28 marzo 2022
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di Armando Moncelli
Per chi è nato nel nuovo millennio è difficile comprendere quanto fossero importanti le cabine pubbliche. Fino al nuovo millennio erano utilizzate da tutti e per ogni tipo di telefonata, dalle comunicazioni veloci alle lunghe chiacchierate romantiche da nascondere ai genitori, dagli appuntamenti da fissare “al volo” con gli amici, alle chiamate di emergenza. In tutti i casi era fondamentale conoscere a memoria i numeri delle persone da contattare o perlomeno bisognava appuntarseli in apposite rubriche cartacee.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Le cabine più antiche contenevano apparecchi grigi e austeri con l’iconica tastiera rotonda. Ma negli anni i dispositivi cambiarono più volte i propri connotati, divenendo dapprima squadrati e rossi con la cornetta nera, poi rossi e grigi e caratterizzati da un design più moderno.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Il dispositivo si attivava con degli appositi gettoni, monetine scanalate di rame, ottone o stagno, ai quali si affiancarono in seguito le monetine da poche lire. Dal 1976 poi ci fu però la possibilità di usare anche le leggere e comode schede magnetiche prepagate, che in tanti tra l’altro collezionavano. Alcuni modelli erano infatti decorati da immagini e disegni che andavano dai cartoni animati alle opere d’arte, dalle vignette alle foto di persone.
Oggi i telefoni pubblici funzionano soltanto con gli spiccioli (dai dieci centesimi a un euro), essendo i gettoni andati fuori produzione nel 2001 e le schede magnetiche nel 2018. E ne sono rimasti pochi: come detto, infatti, il boom dei cellulari ha sancito il loro declino e dal 2010 quelli considerati più inutili sono stati disinstallati.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Come indicato dal sito della Tim a Bari ne sono sopravvivono 297, di cui 232 su strada (gli altri in ospedali, stazioni e centri commerciali). La via che conta più esemplari è la lunga Corso Cavour: ne conserva ancora 12. Quasi tutti sono composti da una postazione singola coperta da un pannello in plexiglass che ospita una cassetta grigia a cui è attaccata una cornetta rossa. Ma altri sono ancora inseriti all’interno di vere e proprie cabine, aperte però da un lato (quelle antiche invece si chiudevano completamente con porte a ventola tipo saloon).Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Inutile dire che i telefoni sono praticamente inutilizzati. «Una volta si vedeva tanta gente in fila per parlare, anche solo per qualche secondo – ci dice il 69enne Domenico, che abita in corso Cavour –. Ora non c’è quasi più nessuno a chiamare per strada, a eccezione di qualche straniero. Ma in realtà anche chi è più in difficoltà ha un cellulare».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
C’è da dire però che la maggior parte degli apparecchi nemmeno funziona. Ne proviamo uno prima del ponte XX settembre, accanto a un palazzo decorato con simboli massonici che di recente ha funto da set di un film con Sophia Loren. Inseriamo un euro e digitiamo il numero, ma nonostante la cifra copra lo scatto alla risposta la macchina ci dice “credito non sufficiente”.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Ci spostiamo quindi al civico 153, di fronte alla Banca Popolare di Bari, ma anche qui accade la stessa cosa. Facciamo l’ultimo tentativo in una delle poche cabine chiuse rimaste, all’angolo con via Dante, ma la nostra moneta viene “mangiata” prima ancora di darci la possibilità di chiamare.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
«Poco prima del 2000 la Sip-Telecom perse il monopolio sulla telefonia e con esso anche gli incentivi statali per la manutenzione degli apparecchi – ci spiega il 77enne Francesco Clemente, un tempo addetto ai macchinari nel palazzo dell’ex Set –. Le cabine sono diventate così un peso morto per l’azienda: anche se si volesse segnalare un guasto passerebbero mesi per vedere un tecnico intervenire».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Perché nell’era delle nuove tecnologie i vecchi telefoni pubblici non interessano più a nessuno: servono ormai solo ad alimentare la nostalgia per un passato in cui ogni parola era “spesa” bene.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
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Armando Moncelli
Armando Moncelli