Monopoli, Risiko, Cluedo e Trivial: i giochi da tavolo non tramontano mai
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venerdì 24 ottobre 2014
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di Bianca Cataldi
Come tutto ciò che resiste allo scorrere del tempo i giochi da tavolo hanno una loro storia e appartengono a diverse famiglie a seconda delle regole che li caratterizzano. Studi archeologici hanno dimostrato l'esistenza di giochi molto simili ai nostri già a partire dal 3.000 a.C. con il gioco egizio Senet rappresentato da un dipinto nella tomba di Merknera. Anche le fonti letterarie ci danno informazioni in merito: basti pensare all'opera "Lingua latina" di Marco Terenzio Varrone (che contiene il più antico riferimento al gioco "Latrunculi") e al gioco "Ludus duodecim scriptorum" di cui parlava Ovidio nella sua "Ars amatoria". Non ne conosciamo le regole ma sappiamo per certo che si trattava di giochi di società.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Ma i giochi si sono diffusi in Europa soprattutto a partire dal XX secolo per raggiungere l'apice del successo con il boom economico degli anni 60. Più denaro e più tempo libero hanno infatti portato alla diffusione di dadi e carte sulle tavole di quasi tutte le famiglie europee. Uno tra i primi e più conosciuti giochi è senz'altro il Monopoli, approdato in Italia nel 1935. Si tratta di un gioco di simulazione (o di ruolo) che mette in scena aspetti e situazioni del mondo reale. In questo caso il gioco riguarda una realtà economica: i giocatori acquistano, affittano e commerciano proprietà terriere e immobili utilizzando denaro finto.
Alla stessa famiglia appartiene Risiko, nato in Francia nel 1957 e arrivato in Italia alla fine degli anni 60. Qui il tema principe è la guerra planetaria. Si tratta di un gioco di strategia che ha come scopo la conquista di un certo numero di territori e l’annientamento dell’avversario. Un tipo particolare di gioco di simulazione è invece Cluedo (del 1948) la cui ambientazione riproduce l’atmosfera dei gialli. Alla base vi è effettivamente un vero e proprio background da romanzo: una dimora inglese, Tudor Hall e un numero di personaggi tra i quali si nasconde l’assassino. Il primo che riesce a individuare non solo l’omicida ma anche l’arma e il luogo del delitto vince la partita. Il successo di questo gioco è stato così travolgente da spingerlo fino al grande schermo nel 1985 con la commedia "Signori, il delitto è servito" di Jonathan Lynn.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
«Dietro i giochi si nasconde una cultura da studiare - dichiara Alessio, giocatore e collezionista -. Non si tratta semplicemente di sedersi e giocare. I giochi non nascono per caso ma si portano dietro gran parte del contesto storico e delle influenze del loro tempo: basti pensare a un gioco di strategia come Risiko, che è fondamentalmente una critica delle guerre di tutti i tempi».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
«Non c'è mai stato un crollo delle vendite dei giochi da tavolo - sottolinea Losacco -. Certo, anche questo settore ha risentito della crisi, ma non troppo. Il target si è invece allargato: prima li compravano soltanto le famiglie con bambini, ora si è aggiunta una larga fetta di ragazzi e giovani». Le sue parole sono confermate anche dal signor Corallo, proprietario di un negozio di giocattoli in viale Orazio Flacco. «Questo tipo di prodotto si vende sempre, soprattutto nel periodo invernale quando si passa più tempo in casa e si esce di meno», afferma. E con i giochi elettronici come la mettiamo? «Non c'è concorrenza con la Playstation ad esempio, perché le due tipologie scorrono su binari paralleli - continua Losacco -. Se voglio giocare da solo o al massimo con due o tre amici comprerò il gioco elettronico, ma i grandi gruppi e le comitive continueranno sempre a scegliere i giochi tradizionali».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
I giochi storici come Monopoli e Risiko continuano infatti a essere sempre tra i più venduti, seguiti a ruota dai giochi di parole come lo Scarabeo, nato alla fine degli anni 50 e che ha come scopo la composizione del maggior numero di parole a partire da una serie di lettere e il gioco astratto Trivial Pursuit (del 1983) in cui i partecipanti si sfidano a colpi di domande di cultura generale.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Altro filone intramontabile è quello dei giochi di percorso come Il gioco dell'oca. Come suggerisce il nome stesso, prevedono un tabellone con un percorso a caselle lungo il quale ci si muove a seconda del numero determinato dal lancio del dado. Nel caso del Gioco dell’oca il percorso è a spirale ed è composto generalmente da 63 caselle contrassegnate con numeri o altri simboli.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Sempreverdi sono anche i giochi di carte come Uno. «Sono quelli più richiesti dopo Monopoli e Risiko perché sono comodi da portare con sé e perfetti per i viaggi e per le serate fuori casa», spiega Losacco. Altri passatempi intramontabili? Sicuramente Indovina chi? e Lupus in tabula. Indovina chi? è sul mercato dal 1979 con i suoi omini rappresentati in modo caricaturale da riconoscere tramite la descrizione dell'avversario, mentre Lupus in tabula è molto più recente (2001) e vede scontrarsi lupi mannari e contadini in un villaggio di fantasia.
Se è vero che esistono giochi "eterni" è anche vero che altri sono invece caduti nell'oblio nel corso del tempo, sostituiti da alcuni simili ma più attuali. Basti pensare al boom dei giochi "televisivi" degli anni 80 che riproponevano i programmi della tivù. Tra gli altri ricordiamo Il pranzo è servito, Bis, Flash, rimpiazzati nell'ultimo decennio dall'Eredità, Avanti un altro e il "gioco dei pacchi". «Questi però non si vendono molto», dichiara Losacco.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Accanto poi a quelli tradizionali sono poi nati giochi complessi, spesso basati sulla trama di un romanzo o di un telefilm. È il caso del Trono di Spade, a tema strategico-diplomatico, che parte dall’intreccio narrativo della saga “Le cronache del ghiaccio e del fuoco” di George R.R. Martin. Stesso discorso per Magic, il primo gioco di carte collezionabili della storia immesso sul mercato nel 1993: è ancora il più venduto, seguito da da Pokémon Trading Card Game (1996) e Yu-Gi-Oh! (1999).
Ma qui parliamo più che altro di cultura “geek”, di passatempi che nascono da un certo tipo di interesse, quello nei confronti di fumetti e del fantasy. Mentre per il Monopoli o il Trivial si tratta proprio di "giochi di società" nel senso proprio del termine: "della" società perché ne testimoniano usi, costumi, desideri e preferenze.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Questo mondo infatti non solo ha dimostrato di saper resistere all'usura del tempo, ma si è anche saputo adattare ai cambiamenti storici e sociali plasmandosi e assumendo la forma che il presente gli regalava. Un mondo che con le sue scatole di cartone è riuscito a superare il divario generazionale, unendo grandi e piccoli attorno a un tavolo, tra dadi, pedine e clessidre segna e senza tempo.
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Bianca Cataldi
Bianca Cataldi
I commenti
- Mario - Ciao di mio ho provato quasi tutti questi giochi da tavolo ma alla fine giochiamo sempre a risiko! Per variare un po' stiamo cercando, con il nostro gruppo di gioco, una versione differente e ho visto che qui https://www.migliorigiochi.eu/giochi/giochi-strategia/risiko/ che ci sono molte edizioni regionali. Che voi sappiate ce ne è anche una ambientata in Puglia? Ci farebbe molto piacere provarla! Grazie