I piccoli aerei chiamati ''droni'': a Bari c'è chi insegna a farli volare
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lunedì 15 giugno 2015
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di Marco Giannino
Visto il boom che si è avuto nelle vendite di questo oggetto (è possibile acquistarli sul web o in qualsiasi negozio di modellismo), l’Enac (Ente nazionale per l’aviazione civile) ha emanato un regolamento che riguarda il loro utilizzo. Sono stati imposti parametri di sicurezza, norme di volo, un’assicurazione e anche raccomandazioni sulla privacy. Segno che i droni stanno diventando una cosa seria.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Questi piccoli aerei (dotati di una batteria elettrica ma a volte anche di pannelli solari), sono infatti utilizzati ad esempio per monitorare zone difficilmente accessibili all’uomo (come il cratere di un vulcano), vengono utilizzati in campo sanitario per l'assistenza alle vittime di arresto cardiaco (visto che possono essere equipaggiati con un defibrillatore) e durante spettacoli o concerti permettono, grazie alla loro telecamera, di realizzare riprese mozzafiato dall’alto. Anche la Marina e l’Aeronautica possiedono “droni da guerra”. (Vedi foto galleria)
Non si tratta quindi di giocattolini: i droni vanno di fatto pilotati (attraverso un joystick), cosa che non è per nulla facile. Proprio per questo sono nate ultimamente delle vere e proprie scuole dove è possibile imparare a farli volare. La prima nel Sud è stata creata a Bari nel novembre del 2014: si trova presso l’Aeroclub di Palese, una scuola certificata per la formazione aeronautica.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
«Non è semplice guidare un drone – avverte l’insegnante dell’Aeroclub, Massimo Gramegna -. Al pilota viene infatti richiesta una grande concentrazione: se l’aereo dovesse cadere potrebbe fare molto male, visto che si tratta di oggetti che pesano parecchio. Quelli militari possono arrivare anche a 25 kg».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
I corsi, della durata di 36 ore, costano 450 euro. «In questi primi sei mesi ne abbiamo rilasciati quasi cento», afferma l’insegnante. Alla fine, dopo aver sostenuto un esame, viene consegnato l’attestato di pilota Sapr (Sistemi aeromobili a pilotaggio remoto) che permette di utilizzare il drone per lavoro. Se invece si vuole utilizzare il velivolo solo a scopo ludico, corso e attestato non sono necessari, anche se è consigliabile conoscere le regole dettate dall’Enac per non incorrere in problemi e sequestri.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Perché come detto, i droni possono volare ovunque e quindi rischiano di invadere la privacy altrui: grazie alla telecamera di cui sono provvisti, il loro “occhio” potrebbe ad esempio “entrare” in casa di un vicino. «Per questo motivo l’Enac ha vietato ai comuni cittadini di utilizzare questi modellini al di fuori della proprietà privata – sottolinea Gramegna-. Così come è stata vietata la possibilità di fotografare finestre o case. Il nostro corso prevede anche delle lezioni con un comandante di Polizia che spiega che cosa bisogna evitare per essere denunciati. E’ bene non scherzare con i droni».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
(Vedi galleria fotografica)
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Marco Giannino
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