Letto: 6549 volte | Inserita: giovedì 19 ottobre 2017
| Visitatore: Linda
Lavoravo per un’impresa privata con contratto a tempo indeterminato quando, all’improvviso il mio responsabile mi ha comunicato il licenziamento immediato per cessazione dell’attività aziendale. In realtà mi ha chiesto di continuare a lavorare a tempo determinato ma con una sua “nuova” società appena costituita: praticamente la stessa di prima, con la medesima sede ma con nome diverso. Vorrei sapere se il licenziamento è legale o se si tratta di un sopruso del datore di lavoro.
Cara lettrice, è evidente che l’operato del suo ex datore è contrario alla disciplina legislativa in materia di licenziamento, non potendosi mai ed in alcun modo tollerare certi tipi di irregolarità nella nostra società civile.
Intanto il licenziamento non può avvenire senza preavviso scritto, pena l’inefficacia dello stesso. La persona licenziata deve infatti avere il tempo di trovare una nuova ricollocazione nel mercato del lavoro, oltre ad avere il diritto di conoscere per iscritto le motivazioni che hanno condotto alla fine del rapporto.
Quindi il licenziamento orale e “immediato” non è valido e nel suo caso è anche illegittimo. Chiudere un’attività per riaprirne un’altra identica con la ragione sociale differente, ma mantenendo la stessa proprietà, porta a configurare l’ipotesi fraudolenta che in giurisprudenza è detta “assetto proprietario coincidente”.
Il cambio operato dal suo datore di lavoro non è sufficiente per poter giustificare un licenziamento, che per essere valido deve essere collegato a reali difficoltà organizzative e produttive da parte dell’impresa.
Qui trova applicazione l’art. 18 dello Statuto di lavoratori e il nuovo Jobs Act, che prevedono l’immediata reintegrazione nel posto di lavoro.