Letto: 5601 volte | Inserita: venerdì 23 dicembre 2016
| Visitatore: Laura
La scelta di un compagno è determinata da diversi fattori, alcuni chiari e consapevoli, come l’intelligenza, la bellezza e la simpatia, altri invece più sotterranei e oscuri, come l'attrazione inspiegabile verso "partner sbagliati" dai quali, nonostante le delusioni e le sofferenze sperimentate, non ci si riesce a liberare. Uomini magari sposati, che non vogliono impegnarsi o che vivono a chilometri di distanza.
Perché le donne si fanno così male? Le risposta a tale domanda è da ricercarsi nelle relazioni sperimentate con i propri genitori, soprattutto con il proprio padre. Alcuni eventi, anche banali, vissuti nell'infanzia possono aprire delle ferite che in maniera inconscia incideranno per tutta la vita.
In età adulta allora potrebbe capitare di scegliere un compagno che possa evocare la figura di chi può averci ferito, in modo tale da avere l'illusione di riscattare le sofferenze provate o di rivivere il passato in modo diverso, colmando il vuoto creatosi nell’infanzia e sanando le ferite.
E allora ecco che inevitabilmente alcune donne cercano partner dominanti per rivivere lo stesso ruolo di sottomissione e di dipendenza sperimentato nell'infanzia con il proprio genitore con la speranza di poter risanare le mancanze subite o perché si ritiene questo l'unico tipo di relazione possibile perché non si è degni di altro. E poi ci sono donne per le quali diventa funzionale trovare partner problematici da "salvare" perché per loro è l'unico modo per essere viste e riconosciute dall'altro.
Si tratta però di tutti casi in cui la relazione è destinata ad assumere contorni patologici e disastrosi.
Per questo a un certo punto della propria vita è necessario “fermarsi”, per pensare a quali siano i fattori comuni delle proprie relazioni fallite. Una volta fatto questo diventa necessario definire con chiarezza ciò si vuole per se stesse, guardarsi per una volta con più autostima. Non è egoismo. Il segreto per trovare il vero amore è uno solo: imparare ad amare se stessi. Solo così si può trovare il coraggio di lasciare andare ciò che fa soffrire, spezzando finalmente quella catena ripetitiva che ingabbia in storie infelici.
Risponde
MORENA LEONE - Psicologa clinica e psicoterapeuta, operatrice di training autogeno. Attualmente collabora a Bari in qualità di formatore nel settore psicopedagogico, oltre a esercitare la propria attività come libera professionista.