Letto: 3178 volte | Inserita: lunedì 24 aprile 2017
| Visitatore: Michele
Se ci guardiamo attorno notiamo che nove persone su dieci hanno un tic, un vizio, una dipendenza. Io e mia moglie abbiamo paura che i nostri figli di 14 e 16 anni possano prendere una strada sbagliata: sono sempre con questo cellulare in mano, questi social network, con la smania di esibirsi e far sapere tutto a tutti. Che consigli può dare a due genitori innamoratissimi dei propri figli e per questo quindi un po’ apprensivi?
Nella società contemporanea si assiste purtroppo a una sorta di dichiarazione di indipendenza dall'altro, a una libertà apparente che esalta l'autonomia dell'io e nega ferocemente i rapporti piuttosto che riconoscerli e nutrirli come motori fondamentali della vita stessa.
I rapporti vengono sostituiti con la dipendenza dalle “cose” (il cibo, la droga, il gioco): una vera e propria schiavitù nella quale l’adolescente tende a rifiutare “l’altro” per rinchiudersi in se stesso. Si tratta infatti di situazioni di godimento solitario, “autistico”, in cui l'oggetto si impone al soggetto lasciandolo senza storia, senza scopi, senza riferimenti credibili.
La soluzione non può però essere quella di vietare l’oggetto, ma al contrario è necessario far di tutto per ripristinare i rapporti umani, soprattutto tra genitori e figli. Le diverse forme di dipendenza non sono infatti la causa ma semmai la risposta a un disagio più profondo che spesso nasce proprio all'interno del nucleo familiare.
I genitori di oggi non riescono a porre dei limiti, condizionati anch’essi, come i loro figli, da una società dove tutto si consuma, tutto si compra e tutto si ottiene. Molti genitori si confondono con i propri figli, vestono come loro, giocano con i loro giochi, parlano come loro, creando una confusione generazionale che impedisce la crescita personale dell’adolescente. Ingozzati dal “troppo pieno” non sono più capaci di dire “no”.
Se si vuole aiutare le nuove generazioni bisogna farsi un esame di coscienza e cominciare a porre dei freni a questo godimento illimitato, a questa tendenza all’eccesso. Solo in questo modo si potrà rappresentare un esempio per i più giovani che per crescere hanno bisogno solo di validi punti di riferimento.
Risponde
MORENA LEONE - Psicologa clinica e psicoterapeuta, operatrice di training autogeno. Attualmente collabora a Bari in qualità di formatore nel settore psicopedagogico, oltre a esercitare la propria attività come libera professionista.