L'uomo con i pugni di ferro: un film banale, nonostante Eli Roth e Tarantino
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lunedì 27 maggio 2013
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di Nicola De Mola
Thaddeus Blacksmith (RZA) è un fabbro afroamericano che vive in un villaggio della Cina feudale, costruendo armi per i clan della malavita in lotta tra loro e sognando di fuggire con Lady Silk (Jamie Chung), la sua amata costretta a prostituirsi nel bordello gestito da Madame Blossom (Lucy Liu).Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
La situazione a Jungle Village però esplode a causa dell’ambizione di Silver Lion (Byron Mann). Il criminale uccide il suo capoclan Gold Lion (Chen Kuan Tai), che si era impegnato con il governatore locale a scortare un carico d’oro, proprio per impadronirsi del tesoro. Il suo gesto scatena così una serie di azioni e ritorsioni e lo stesso Thaddeus viene travolto dagli eventi.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Silver Lion ordina a Brass Body (il wrestler Dave Bautista), un gigante al suo servizio in grado di tramutare il proprio corpo in ottone, di amputargli entrambe le braccia. Ma il fabbro non si perde d’animo e, facendosi costruire delle protesi di ferro, trasforma se stesso in un’arma umana per vendicarsi e ristabilire la pace nel villaggio. Ad affiancarlo ci saranno il mercenario inglese Jack Knife (Russell Crowe) e il maestro di kung fu Zen Yi (Rick Yune), figlio di Gold Lion.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Con “L’uomo con i pugni di ferro” RZA (al secolo Robert Diggs), dopo una carriera da rapper nei Wu-Tang Chan e le apparizioni da attore in numerosi film e nella serie tv “Californication”, è riuscito a coronare il suo sogno di dirigere una pellicola “wuxiapian” (il genere “cappa e spada” cinese). Per farlo si è avvalso della presentazione di Quentin Tarantino nei titoli di testa e della produzione e sceneggiatura del suo braccio destro, Eli Roth.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Niente male per l’opera prima di un regista esordiente, ma il risultato è decisamente scarso. La trama appare caotica e sin troppo banale. Persino i combattimenti (che caratterizzano questo genere di film) sembrano voler scimmiottare (con risultati scadenti) lo stile tarantiniano e hanno l’unico effetto di appesantire la già deludente pellicola.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
In questo mare di mediocrità si salvano solo le interpretazioni di un imbolsito e quasi irriconoscibile Russell Crowe e di Lucy Liu, seppure il suo personaggio ricordi un po’ troppo la O-Ren Ishii di “Kill Bill vol. 1”.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Agli amanti del cinema però poteva andare anche peggio, se si pensa che il regista avesse intenzione di utilizzare tutte e quattro le ore di girato per realizzare un film in due parti, proprio in stile “Kill Bill”. Insomma, pericolo scampato…
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Scritto da
Nicola De Mola
Nicola De Mola