Alta Murgia, tracce e avvistamenti: i lupi sono tornati in Puglia
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giovedì 6 giugno 2013
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di Nicola De Mola
All'inizio del secolo scorso i lupi, generalmente provenienti dall'Abruzzo o dalla Basilicata in cerca di greggi per sfamarsi, erano una presenza abituale sull’Altopiano murgiano. Oggi, dopo una lunga assenza e in seguito anche all’introduzione di cinghiali, sono tornati a vivere all’interno dell’area divenuta Parco nazionale nel 2004.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
«La flessibilità ecologica, l’esistenza di norme di protezione della specie, il progressivo abbandono dell’allevamento, l’aumento di specie selvatiche hanno favorito negli ultimi decenni una sua progressiva espansione - spiegano gli esperti del Parco -. Il suo incremento numerico e distributivo ha interessato anche la catena degli Appennini meridionali, permettendo alla specie di raggiungere anche la Puglia».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
La presenza in Italia del lupo aveva toccato il suo punto più basso agli inizi degli anni ’70, quando la sua popolazione era ormai ridotta a un centinaio di esemplari, concentrati sui monti dell'Abruzzo e della Calabria. Ma proprio grazie ad apposite leggi di protezione, il numero di questi carnivori è lentamente cresciuto: stime recenti lo calcolano in circa 800-1000 esemplari, distribuiti lungo tutto l’Appennino (dall'Aspromonte fino alle Alpi Marittime, con presenze anche sui preappennini laziali e nella Toscana centro-meridionale) e sulle Alpi Occidentali.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Il Parco nazionale dell’Alta Murgia, una delle poche aree al Sud in cui il canide ha trovato rifugio, sta svolgendo un ruolo fondamentale per la costruzione di adeguate politiche gestionali di questa specie superprotetta e a elevato rischio di estinzione, attuando il Piano d’azione nazionale per la sua conservazione.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
In questi anni i tecnici della riserva naturale hanno approfondito le tecniche di rilevamento e di interpretazione dei segni di presenza del lupo e le modalità ottimali per la raccolta e l’archiviazione dei campioni ai fini delle analisi genetiche. Tutte tecniche non invasive, come l’analisi di impronte ed escrementi, il fototrappolaggio (sistemi di monitoraggio video utilizzati per documentare le specie più rare ed elusive) e il “wolf howling”, pratica utilizzata per valutare la presenza di lupi attraverso l’emissione, con appositi sistemi di amplificazione, di ululati registrati.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Per evitare gli inutili allarmismi che spesso accompagnano la presenza di questo animale e per non diffondere notizie incomplete o inesatte, l’Ente Parco preferisce non sbilanciarsi sul numero di esemplari presenti attualmente all’interno dell'area protetta.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Così, per avere un’idea più precisa sugli effetti che questo ritorno avrà sull’ecosistema dell’Alta Murgia, bisognerà attendere l’imminente presentazione delle linee guida del progetto nazionale (nel quale sono coinvolti diversi altri parchi) sulla tutela e sulla salvaguardia del “principe dei predatori”.
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Nicola De Mola
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