Spinazzola, quel posto che sembra un canyon del far west: è la cava rossa di bauxite
Letto: 18057 volte
giovedì 21 giugno 2018
Letto: 18057 volte
di Nicola Imperiale
Si tratta di un giacimento scoperto nel 1935 e sfruttato dall’inizio degli anni 50 alla fine dei 70, fin quando con il sopraggiungere di prodotti di provenienza straniera l’estrazione di questo minerale utile alla creazione di alluminio cessò.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
La miniera rimase così in disuso e fu abbandonata a se stessa.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
«Un peccato – afferma il geologo Antonello Fiore -. Quel luogo è a tutti gli effetti un “geosito”, ovvero un bene di pregio scientifico e ambientale che andrebbe conosciuto, tutelato e valorizzato».
Per raggiungerlo da Spinazzola percorriamo la provinciale 230 per dieci chilometri e poi svoltiamo sulla sp138. Dopo 2,5 km, all’altezza di un cartello scolorito dal sole con su scritto “Parco nazionale dell’Alta Murgia”, giriamo a destra su una strada sterrata, in località Senarico. Continuiamo per circa tre km entrando di fatto in piena campagna e alla fine della strada ci ritroviamo in uno spiazzo di terreno rosso: siamo arrivati.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
La zona in cui ci troviamo viene chiamata “Murgetta rossa” dal colore che domina tutto l’ambiente circostante. Sulla sinistra scorgiamo dei ruderi: probabilmente ciò che rimane della S.a.v.a., la società che deteneva i diritti dello sfruttamento del sito. Dietro alla struttura si aprono invece alcune bocche del canyon in cui è impossibile accedere.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Ci basta però percorrere qualche metro per ammirare finalmente la cava principale, dall’alto. Il paesaggio è ipnotico: le pareti rosse, valorizzate dal verde della vegetazione e arricchite dall’azzurro del cielo, ci trasportano in un mondo visivamente inedito, dominato da un’incantevole armonia cromatica.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Al centro del sito, fra rocce calcaree alte una cinquantina di metri, si trova anche un piccolo stagno. Decidiamo di raggiungerlo, percorrendo un ripido sentiero che passa attraverso la miniera. Giungiamo così nel cuore della cava, circondati da pareti le cui sfumature cromatiche vanno dal rosa al rosso granata.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Sul terreno brullo ci sono alcune lucertole che fuggono al nostro passaggio, mentre intorno a noi svolazzano liberamente libellule e farfalle. Siamo in un luogo incantato e strabuzziamo gli occhi quando davanti a noi vediamo due vere carrozze da diligenza, come quelle usate nel selvaggio west.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Per un attimo pensiamo di essere stati trasportati nel passato e in una terra lontana, ma a farci tornare con i piedi per terra è un operaio: ci avverte che quei carri sono lì perché nei prossimi giorni in questa cava gireranno un film. Ma non rimaniamo sorpresi: del resto cosa c’è di meglio per un western che questo incredibile canyon sperduto nel profondo della Puglia?
(Vedi galleria fotografica)
© RIPRODUZIONE RISERVATA Barinedita
Scritto da
Nicola Imperiale
Nicola Imperiale
I commenti
- Angelo - Ottima descrizione, puntuale, breve e "circoincisa"! Come la cava nella quale si può anche accedere.