Orientale, eclettica e barocca: Don Pappagallo, la scuola più particolare del barese
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lunedì 12 ottobre 2020
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di Daniela Calfapietro
La struttura, a soli due piani ma molto estesa, si trova in viale Roma ad angolo con viale Nazario Sauro e appare come un armonico fabbricato dalle sgargianti tinte porpora e giallo oro, assai diverso quindi dai lineari e imponenti palazzi razionalisti tipici del Fascismo. Come per il Palazzo della Provincia di Bari qui ci troviamo infatti davanti a qualcosa di inconsueto per l’epoca, frutto della creatività e del coraggio dell’ingegnere terlizzese Marco Antonio Amendolagine.
«L’edificio – avverte l'architetto barese Simone de Bartolo, autore di due libri sull’edilizia degli anni 30 - presenta comunque alcuni dei canoni classici del Ventennio, come la ripartizione quasi militare della sua parte laterale. Quest’ultima è caratterizzata da un prospetto allungato le cui linee di fuga risultano raddoppiate grazie al doppio ordine delle finestre. Ma il tutto è stato fuso e rielaborato in una veste eclettica che rappresenta un unicum in Puglia, soprattutto per i suoi richiami all'Oriente e al “barocchetto romano”».
L’estremo Oriente emerge in particolari quali le pensiline in stile pagoda sottolineate da tegole rosse o nel cornicione adornato da simil-lanterne cinesi. «Nel retro della struttura – prosegue l’esperto – sono visibili gli esterni dell’auditorium e della palestra, sempre progettati da Amendolagine, in cui sono evidenti i riferimenti del portico a colonne rosse e le tettoie ammiccanti ai Paesi asiatici: quasi un recinto sacro pechinese, ma realizzato per alunni che studiavano l’ideale classicità romana».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
D’altra parte un interesse per l’Oriente aveva già fatto capolino in Europa a fine 800 per poi diffondersi negli anni 20 e 30 del secolo successivo tra abiti, mobili, gioielli, suppellettili e viaggi di piacere su transatlantici diretti in Cina, Giappone, e Indocina. «Ebbe però pochi riscontri architettonici nelle committenze private italiane e pochissimi in quelle pubbliche – rimarca De Bartolo –. Proprio per questo la scuola elementare Pappagallo rappresenta un caso unico».
Completano la struttura finestre ornate da fregi, piccoli obelischi, pinnacoli, sfere, spaziature orizzontali, balconcini e lesene. «Tutti orpelli ascrivibili alla scuola del già citato “barocchetto romano” - evidenzia Simone - che si diffuse nell’edilizia della Capitale nei primi decenni del Novecento riprendendo alcuni elementi del Barocco seicentesco». A Roma rimandano del resto anche i colori porpora e giallo oro che tingono la quasi totalità del complesso: gli stessi dello stemma della Città eterna.
Come quasi sempre succedeva nelle scuole del tempo, l’edificio ha due ingressi separati per i bambini e le bambine situati agli opposti del lungo corpo centrale, con scalinate sagomate a mezzo ottagono. Quest’ultima forma è richiamata dagli architravi che sormontano gli stipiti dei portoni con finestre ovali a nicchietta e motivi ornamentali.
Non ci resta ora che entrare, per dare un’occhiata all’androne del piano terra. L’ambiente qui è più rispondente al razionalismo, con spazi ben ripartiti. Le strutture delle porte in vetro e listelli in legno presentano la forma semiottagonale, mentre appaiono di rilievo le due rampe di scale a chiocciola che conducono al sottotetto. Sono infatti in ferro battuto lavorato e hanno un’aria antica e preziosa.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Due poetici murales del professore e artista locale Gino Grieco completano il quadro di questo sorprendente istituto, che nel Dopoguerra fu intitolato al sacerdote terlizzese e martire delle Fosse Ardeatine don Pietro Pappagallo. Il nome di un oppositore del regime per una scuola che di “fascista”, almeno nell’aspetto, ha sempre avuto ben poco.
(Vedi galleria fotografica)
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Scritto da
Daniela Calfapietro
Daniela Calfapietro
I commenti
- Giovanni - Dalla mia vicinanza ai 90 anni nn avevo mai visto monumenti così belli ed interessanti...grazie e complimenti a Bari inedita ed alla autrice Giovanni Colonna