di Daniela Calfapietro

Orientale, eclettica e barocca: Don Pappagallo, la scuola più particolare del barese
TERLIZZI – Con la sua architettura eclettica, gli intensi colori e i ricchi ornamenti “orientali” può essere considerata la scuola più particolare di tutto il barese. Parliamo della “Don Pietro Pappagallo”, un edificio costruito a Terlizzi nel 1935 per ospitare gli studenti più giovani e che ancora oggi accoglie le classi dell’asilo e delle elementari. (Vedi foto galleria)

La struttura, a soli due piani ma molto estesa, si trova in viale Roma ad angolo con viale Nazario Sauro e appare come un armonico fabbricato dalle sgargianti tinte porpora e giallo oro, assai diverso quindi dai lineari e imponenti palazzi razionalisti tipici del Fascismo. Come per il Palazzo della Provincia di Bari qui ci troviamo infatti davanti a qualcosa di inconsueto per l’epoca, frutto della creatività e del coraggio dell’ingegnere terlizzese Marco Antonio Amendolagine.

«L’edificio – avverte l'architetto barese Simone de Bartolo, autore di due libri sull’edilizia degli anni 30 - presenta comunque alcuni dei canoni classici del Ventennio, come la ripartizione quasi militare della sua parte laterale. Quest’ultima è caratterizzata da un prospetto allungato le cui linee di fuga risultano raddoppiate grazie al doppio ordine delle finestre. Ma il tutto è stato fuso e rielaborato in una veste eclettica che rappresenta un unicum in Puglia, soprattutto per i suoi richiami all'Oriente e al “barocchetto romano”».

L’estremo Oriente emerge in particolari quali le pensiline in stile pagoda sottolineate da tegole rosse o nel cornicione adornato da simil-lanterne cinesi. «Nel retro della struttura – prosegue l’esperto – sono visibili gli esterni dell’auditorium e della palestra, sempre progettati da Amendolagine, in cui sono evidenti i riferimenti del portico a colonne rosse e le tettoie ammiccanti ai Paesi asiatici: quasi un recinto sacro pechinese, ma realizzato per alunni che studiavano l’ideale classicità romana».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)


D’altra parte un interesse per l’Oriente aveva già fatto capolino in Europa a fine 800 per poi diffondersi negli anni 20 e 30 del secolo successivo tra abiti, mobili, gioielli, suppellettili e viaggi di piacere su transatlantici diretti in Cina, Giappone, e Indocina. «Ebbe però pochi riscontri architettonici nelle committenze private italiane e pochissimi in quelle pubbliche – rimarca De Bartolo –. Proprio per questo la scuola elementare Pappagallo rappresenta un caso unico».


Completano la struttura finestre ornate da fregi, piccoli obelischi, pinnacoli, sfere, spaziature orizzontali, balconcini e lesene. «Tutti orpelli ascrivibili alla scuola del già citato “barocchetto romano” - evidenzia Simone - che si diffuse nell’edilizia della Capitale nei primi decenni del Novecento riprendendo alcuni elementi del Barocco seicentesco». A Roma rimandano del resto anche i colori porpora e giallo oro che tingono la quasi totalità del complesso: gli stessi dello stemma della Città eterna.

Come quasi sempre succedeva nelle scuole del tempo, l’edificio ha due ingressi separati per i bambini e le bambine situati agli opposti del lungo corpo centrale, con scalinate sagomate a mezzo ottagono. Quest’ultima forma è richiamata dagli architravi che sormontano gli stipiti dei portoni con finestre ovali a nicchietta e motivi ornamentali.

Non ci resta ora che entrare, per dare un’occhiata all’androne del piano terra. L’ambiente qui è più rispondente al razionalismo, con spazi ben ripartiti. Le strutture delle porte in vetro e listelli in legno presentano la forma semiottagonale, mentre appaiono di rilievo le due rampe di scale a chiocciola che conducono al sottotetto. Sono infatti in ferro battuto lavorato e hanno un’aria antica e preziosa.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Due poetici murales del professore e artista locale Gino Grieco completano il quadro di questo sorprendente istituto, che nel Dopoguerra fu intitolato al sacerdote terlizzese e martire delle Fosse Ardeatine don Pietro Pappagallo. Il nome di un oppositore del regime per una scuola che di “fascista”, almeno nell’aspetto, ha sempre avuto ben poco.


(Vedi galleria fotografica)


© RIPRODUZIONE RISERVATA Barinedita
Con la sua architettura eclettica, gli intensi colori e i ricchi ornamenti “orientali” può essere considerata la scuola più particolare di tutto il barese. Parliamo della “Don Pietro Pappagallo”, un edificio costruito a Terlizzi nel 1935
La struttura, a soli due piani ma molto estesa, si trova in viale Roma ad angolo con viale Nazario Sauro e si presenta come un armonico fabbricato dagli sgargianti colori porpora e giallo oro,  assai diverso quindi dalle lineari e imponenti strutture razionaliste tipiche del Fascismo
L’edificio richiama comunque alcuni dei canoni classici del Ventennio, come la ripartizione quasi militare della sua parte laterale. Quest’ultima si presenta con un prospetto allungato le cui linee di fuga risultano raddoppiate grazie al doppio ordine delle finestre
Ma il tutto è stato fuso e rielaborato in una veste eclettica che rappresenta un unicum in Puglia, soprattutto per i suoi richiami all'Oriente e al “barocchetto romano”
L’estremo Oriente emerge in particolari quali le pensiline in stile pagoda sottolineate da tegole rosse...
...o nel cornicione adornato da simil-lanterne cinesi
Nel retro della struttura sono visibili gli esterni dell’auditorium e della palestra, sempre progettati da Amendolagine, in cui sono evidenti i riferimenti del portico a colonne rosse e le tettoie ammiccanti alla Cina
Completano la struttura finestre ornate da fregi...
...piccoli obelischi, pinnacoli...
...sfere, spaziature orizzontali, balconcini e lesene: tutti orpelli ascrivibili alla scuola del “barocchetto romano”
Come quasi sempre succedeva nelle scuole del tempo, l’edificio ha due ingressi separati per i bambini e le bambine situati agli opposti del lungo corpo centrale, con scalinate sagomate a mezzo ottagono
Quest’ultima forma è richiamata dagli architravi che sormontano gli stipiti dei portoni con finestre ovali a nicchietta e motivi ornamentali
Non ci resta ora che entrare, per dare un’occhiata all’androne del piano terra. L’ambiente qui è più rispondente al razionalismo, con spazi ben ripartiti. Le strutture delle porte in vetro e listelli in legno presentano la forma semiottagonale già notata nei portoni...
...mentre appaiono di rilievo le due rampe di scale a chiocciola che portano al sottotetto. Sono infatti in ferro battuto lavorato e hanno un’aria antica e preziosa
Due poetici murales del professore e artista locale Gino Grieco completano il quadro di questo sorprendente istituto...
...che nel Dopoguerra fu intitolato al sacerdote terlizzese e martire delle Fosse Ardeatine don Pietro Pappagallo. Il nome di un oppositore del regime per una scuola che di “fascista”, almeno nell’aspetto, ha sempre avuto ben poco



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  • Giovanni - Dalla mia vicinanza ai 90 anni nn avevo mai visto monumenti così belli ed interessanti...grazie e complimenti a Bari inedita ed alla autrice Giovanni Colonna


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