di Mina Barcone - foto Valentina Rosati

Bari, l'Apulia Film House: in Fiera alla scoperta del museo degli "effetti speciali"
BARI – Maschere inquietanti, possenti mostri neri, corpi carbonizzati e strambi personaggi pelosi: non è la collezione di un museo dell’orrore ma la casa del cinema pugliese inaugurata a Bari lo scorso 31 luglio. L’Apulia Film House ospita infatti tra le sue mura soggetti animatronici, riproduzioni iperrealistiche ed effetti speciali utilizzati per dar vita a personaggi fantastici in film come “Pinocchio”, “Il racconto dei racconti” e “Mollami”.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

La gran parte delle opere che si trovano qui è stata creata dal 46enne “effettista” barese Leonardo Cruciano (e dal suo staff "Makinarium"), professionista che ha collaborato con registi quali Ridley Scott, Matteo Garrone, Paolo Sorrentino e George Clooney.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Collocata all’interno della Fiera del Levante, l’esposizione nasce come luogo pedagogico, polifunzionale e d’incontro: uno spazio pensato dall'Apulia Film Commission della Regione per avvicinare grandi e piccini al mondo del cinema. Anche se a causa dell’emergenza Covid sinora la “casa” è stata chiusa la maggior parte del tempo. Noi siamo andati a visitarla (vedi foto galleria).Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Ci troviamo dunque davanti all’ex Palazzo del Mezzogiorno, storico edificio realizzato nel 1951 dall’architetto Pietro Maria Favia e oggi completamente ristrutturato. Varcato l’ingresso incontriamo una guida del personale dell’Apulia Film House che ci accompagna alla scoperta del luogo.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Già qui ammiriamo gli originali elementi di scena del film il “Racconto dei Racconti” di Garrone, tra cui un lucertolone agonizzante adagiato sul pavimento ricoperto di sabbia e una parte della grotta dei pipistrelli.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Saliamo ora al piano superiore, dove entriamo in una stanza che contiene un locale semicircolare di colore verde. «Si chiama green screen e serve per aggiungere in postproduzione ambienti o persone – spiega il nostro accompagnatore –. Ultimamente lo abbiamo usato per un video con Cesare Cremonini ambientato nello spazio, ma può diventare anche una spiaggia, una foresta o una città».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Poco più avanti invece è stata allestita una piccola sala cinematografica con circa una quarantina di poltrone che sarà dedicata alla proiezione di anteprime o di lavori che non vengono distribuiti nei cinema.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Torniamo adesso al piano inferiore, dove ci riaccolgono le installazioni dedicate al “Racconto dei racconti”. Con le sue storie tratte da fiabe del Seicento, la pellicola vincitrice di sette David ha rappresentato un banco di prova ideale per i creatori di effetti visivi. Ecco quindi il predetto lucertolone (che in realtà è un drago marino) e nella bacheca accanto una pulce dal pelo sintetico. Entrambi sono animatronici, si possono cioè muovere attraverso l’utilizzo di componenti elettronici e robotici.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)


In un'altra teca sono conservate le protesi di invecchiamento utilizzate per le due anziane protagoniste del lungometraggio. Il lavoro minuzioso fatto sulle rughe del viso e del collo è così realistico che se non fosse per i segni grafici sulle palpebre sembrerebbe di guardare delle vere teste a riposo.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Custodite in espositori ci sono poi manifesti e locandine dei film più disparati realizzati da illustratori, grafici e cartellonisti del XX secolo. Si va da “Casanova 70” a “La dolce vita”.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Ma accediamo alla seconda stanza, la più grande, e subito notiamo alla nostra sinistra “Renato”, il mostro blu peloso del film “Mollami” di Matteo Gentiloni. Prima di incontrare altre creazioni facciamo una piccola sosta in un tendone in cui l’ologramma di George Méliès, regista considerato il padre degli effetti speciali, racconta la storia del cinema fantastico.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Proseguendo con la visita ci imbattiamo in uno dei pezzi di maggior impatto visivo: un uomo carbonizzato sul pavimento. È stato realizzato per il film di Ridley Scott “Tutti i soldi del mondo” attraverso il calco integrale dell’attore poi disegnato e patinato da Cruciano. Accanto a lui, completamente ingessato su una barella, si trova un manichino utilizzato nella miniserie satirica diretta da George Clooney “Catch-22”.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Diverse sono le parti del corpo realizzate iperrealisticamente in quest’ala dell’Apulia Film House, come la testa del brigante o la riproduzione del braccio pronta per l’azione scenica del taglio delle dita in “Il mio corpo vi seppellirà” di Giovanni La Parola. Nella stessa stanza ci sono anche uno spaventoso mostro nero dai denti scoperti insanguinati e la “Mother Creature”, un’impressionante maschera con le sembianze da pecora che si muove tramite radiocomandi.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Ci spostiamo quindi nella sala destinata al coworking e lo scambio di idee tra gli addetti ai lavori. È arredata anch’essa con oggetti truculenti come il maiale appeso dalle zampe (e accanto la testa mozzata) della serie televisiva “Zero Zero Zero” tratta dal romanzo di Roberto Saviano e le finte pecore utilizzate nel film “Loro” di Paolo Sorrentino.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

L’ultima tappa del nostro viaggio è sul retro dell’edificio, dove si trova l’arena che verrà utilizzata per le proiezioni estive. Protagonista è qui l’enorme bocca del pescecane, una macchina scenica a pistoni e tiranti utilizzata nel “Pinocchio” di Matteo Garrone: l’ennesima sorpresa di questo museo nato per celebrare il cinema e la sua magia.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

(Vedi galleria fotografica)


© RIPRODUZIONE RISERVATA Barinedita
L’Apulia Film House si trova all'interno della Fiera del Levante di Bari, ospitata nell’ex Palazzo del Mezzogiorno, storico edificio realizzato nel 1951 dall’architetto Pietro Maria Favia e oggi completamente ristrutturato
Varcato l’ingresso ammiriamo gli originali elementi di scena del film il “Racconto dei Racconti” di Garrone, tra cui un lucertolone agonizzante adagiato sul pavimento ricoperto di sabbia e una parte della grotta dei pipistrelli
Saliamo ora al piano superiore, dove entriamo in una stanza che contiene un locale semicircolare di colore verde: si chiama green screen e serve per aggiungere in postproduzione ambienti o persone
Poco più avanti invece è stata allestita una piccola sala cinematografica con circa una quarantina di poltrone che sarà dedicata alla proiezione di anteprime o di lavori che non vengono distribuiti nei cinema
Torniamo adesso al piano inferiore, dove ci riaccolgono le installazioni dedicate al “Racconto dei racconti”.  Ecco quindi il predetto lucertolone (che in realtà è un drago marino)...
...e nella bacheca accanto una pulce dal pelo sintetico. Entrambi sono animatronici, si possono cioè muovere attraverso l’utilizzo di componenti elettronici e robotici
In un'altra teca sono conservate le protesi di invecchiamento utilizzate per le due anziane protagoniste del lungometraggio. Il lavoro minuzioso fatto sulle rughe del viso e del collo è così realistico che se non fosse per i segni grafici sulle palpebre sembrerebbe di guardare delle vere teste a riposo
Custodite in espositori ci sono poi manifesti e locandine dei film più disparati realizzati da illustratori, grafici e cartellonisti del XX secolo. Si va da “Casanova 70” a “La dolce vita”
Ma accediamo alla seconda stanza, la più grande...
...e subito notiamo alla nostra sinistra “Renato”, il mostro blu peloso del film “Mollami” di Matteo Gentiloni
Prima di incontrare altre creazioni facciamo una piccola sosta in un tendone in cui l’ologramma di George Méliès, regista considerato il padre degli effetti speciali, racconta la storia del cinema fantastico
Proseguendo con la visita ci imbattiamo in uno dei pezzi di maggior impatto visivo: un uomo carbonizzato sul pavimento. È stato realizzato per il film di Ridley Scott “Tutti i soldi del mondo” attraverso il calco integrale dell’attore poi disegnato e patinato da Cruciano
Accanto a lui, completamente ingessato su una barella, si trova un manichino utilizzato nella miniserie satirica diretta da George Clooney “Catch-22”
Diverse sono le parti del corpo realizzate iperrealisticamente in quest’ala dell’Apulia Film House, come la testa del brigante...
...o la riproduzione del braccio pronta per l’azione scenica del taglio delle dita in “Il mio corpo vi seppellirà” di Giovanni La Parola
Nella stessa stanza ci sono anche uno spaventoso mostro nero dai denti scoperti insanguinati...
...e la “Mother Creature”, un’impressionante maschera con le sembianze da pecora che si muove tramite radiocomandi
Ci spostiamo quindi nella sala destinata al coworking e lo scambio di idee tra gli addetti ai lavori. È arredata anch’essa con oggetti truculenti come il maiale appeso dalle zampe (e accanto la testa mozzata) della serie televisiva “Zero Zero Zero” tratta dal romanzo di Roberto Saviano...
...e le finte pecore utilizzate nel film “Loro” di Paolo Sorrentino.
L’ultima tappa del nostro viaggio è sul retro dell’edificio, dove si trova l’arena che verrà utilizzata per le proiezioni estive
Protagonista è qui l’enorme bocca del pescecane, una macchina scenica a pistoni e tiranti utilizzata nel “Pinocchio” di Matteo Garrone...
...l’ennesima sorpresa di questo museo nato per celebrare il cinema e la sua magia



Mina Barcone
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  • Vito Petino - Nel mio periodo sllo Sporting e Cellar, 1966/71, un signore robusto e alto almeno 1 e 90, titolare della ditta Apulia film con sede in via Calefati prima, poi trasferita in via Piccinni angolo De Rossi, organizzava nelle sedi dei due circoli privati cineforum e proiezioni di documenti con diapositive per riunioni tematiche della Fidapa, Rotary e altre associazioni di cultura. Non ne ricordo il nome, ma quel signore commerciava pure apparecchi e accessori per la fotografia, uno dei più forniti di Bari, servizi per anniversari e matrimoni, e naturalmente sviluppo di foto e filmini. Niente a che vedere quella Apulia film con questa del servizio di Barinedita? Chi mi risponde?...


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