di Katia Moro

Triggiano, la storia di Piero: vive in mezzo ai rifiuti senza acqua, luce e gas
TRIGGIANO – Ci sono zero gradi e nevica. Ma lui è abituato a vivere così, sempre all’aria aperta, appoggiandosi a una vecchia casa inabitata, senza luce elettrica, acqua potabile e riscaldamento. E in mezzo ai rifiuti. Non è una storia d’altri tempi, accade ai giorni nostri e sotto gli occhi inerti di tutto il paese. Parliamo del 51enne Piero, che vive da otto anni nella campagne che circondano via Marina Vecchia a Triggiano. È un omone alto e ben piazzato, ricoperto di tatuaggi, anelli, bracciali e con la barba e i lunghi capelli completamente grigi. (Vedi foto galleria)

Piero proviene da una famiglia numerosa, ben 12 figli. Circa dieci anni fa è però avvenuta la rottura con il resto dei famigliari a causa del fratello maggiore. «Mio fratello è un giuda e un caino – esclama l’uomo -. Si è immischiato in storie di spaccio di droga e ci ha coinvolti tutti. Io da allora non ho più voluto avere a che fare con nessuno e me ne sono andato a vivere per i fatti miei».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Intanto però Piero trova l’amore, quello per Elvira, si sposa e ha una bambina. I due vivono di espedienti e lavoretti e di una piccola pensione che hanno riconosciuto a lui per alcune patologie di cui soffre. La coppia cerca un tetto qualunque dove ripararsi e occupa questa casa inabitata dove cerca di adattarsi alla men peggio.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

«Quando è nata la bambina però sono intervenuti gli assistenti sociali e se la sono portata via –  commenta Piero con amarezza -. L’hanno data in affidamento a un’altra famiglia e io da allora non ho più potuto avere rapporti con lei. L’unica cosa che i servizi sociali hanno saputo dirmi è stato consigliarmi di andare a dormire in una casa di cura. Ma io non sono pazzo, i pazzi sono loro semmai».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Subito dopo però avviene anche la rottura con la moglie che lo fa cadere in uno stato depressivo. Ora Piero sta meglio, continua a vivere da solo anche se in realtà è spesso circondato da amici (immigrati soprattutto) e persone che gli vogliono bene. Nonostante tutto è sempre sorridente, è ottimista e non si perde d’animo.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)


Ogni tanto fa qualche lavoro e riesce a mangiare e vestirsi grazie ai piccoli aiuti della Caritas, della parrocchia e di coloro che vivono nei dintorni a pochi passi da lui. La sera, per avere un po’ di luce, usa lampade a batteria e neon ricaricabili e per bere e lavarsi si reca con i secchi a prendere l’acqua da un pozzo vicino l’ospedale Fallacara. Quando fa freddo poi, come in questi giorni, la riscalda sui fornelli con il gas alimentato da una bombola che si carica da solo sulle spalle.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Piero non vuole mostrarci l’interno della vecchia casa in cui si è accampato, se ne vergogna, così rimaniamo nel “giardino” all’esterno, popolato dai suoi inseparabili cani. Giardino tra virgolette perché se è vero che l’abitazione è circondata da piante e alberi qui a dominare sono i rifiuti e mille oggetti tra i più disparati rinvenuti in varie discariche. Qua è là spuntano in successione vecchi televisori rotti, forni, passeggini, carrelli per la spesa, tavoli, sedie, mobili e utensili di ogni genere accatastati tra polvere e terra.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Sotto una pensilina si nasconde la verandina coperta che precede l’ingresso in casa. La zona funge da cucina e tra un lavello, un vecchio tavolo e un carrello, giacciono ammassati ogni tipo di stoviglia, orologi, specchi opachi, indumenti logori e un divano che conserva oramai solo il proprio scheletro.  

Anche la strada di campagna che conduce alla sua casa è piena di rifiuti, oggetti abbandonati e vetri rotti. «Sono io che ogni tanto devo andare a ricordare al Comune che devono sgomberare anche qui dalle immondizie», sottolinea l’uomo.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Perché a Triggiano lo conoscono bene, anche se nessuno ha mai mosso un dito per modificare le sue condizioni di vita. Ma Piero non sembra preoccuparsi più di tanto. «Io qui tutto sommato ci sto bene, posso rimanerci per il resto dei miei giorni – ci dice sorridendo mostrando i pochi denti che gli sono rimasti -. Vorrei solo un piccolo aiuto: l’acqua corrente, un bagno. Non chiedo molto, vi pare?».  

(Vedi galleria fotografica)

Il video “Una storia di Piero” di Alessandro Cirillo che ha vinto il “Film festival The Next Generation Short Triggiano 2016”:


 


© RIPRODUZIONE RISERVATA Barinedita
La "casa" di Piero si trova nelle campagne che circondano via Marina Vecchia, a Triggiano
Piero vive in un casolare di campagna abbandonato, senza luce elettrica, acqua potabile e riscaldamento
Piero, ha 51 anni ed è un omone alto e ben piazzato, ricoperto di tatuaggi, anelli, bracciali e con la barba e i lunghi capelli completamente grigi
Piero non vuole mostrarci l’interno della vecchia casa in cui si è accampato, se ne vergogna, così rimaniamo nel “giardino” all’esterno, popolato dai suoi inseparabili cani
Giardino tra virgolette perché se è vero che l’abitazione è circondata da piante e alberi qui a dominare sono i rifiuti e mille oggetti tra i più disparati rinvenuti in varie discariche
Sotto una pensilina si nasconde la verandina coperta che precede l’ingresso in casa. La zona funge da cucina e tra un lavello, un vecchio tavolo e un carello, giacciono ammassati ogni tipo di stoviglia, orologi, specchi opachi, indumenti logori
Un divano che conserva oramai solo il proprio scheletro
Anche la strada di campagna che conduce alla sua casa è piena di rifiuti, oggetti abbandonati e vetri rotti



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