La storia di Nicola: con il suo treruote da trent'anni vende per Bari gelati e popcorn
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lunedì 6 marzo 2017
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di Marianna Colasanto - foto Antonio Caradonna
Lo incontriamo in via Sparano, mentre con il suo “truck” rosa (come si direbbe nel gergo dello street food) cerca di vendere sacchetti di popcorn al prezzo di un euro. Occhiali, cappello e barba bianca: così si presenta ai passanti in un piovoso sabato pomeriggio. «I bambini sono i miei migliori acquirenti – ci dice – ma d’inverno siccome vanno a scuola li “becco” per strada solo il sabato e la domenica. Per questo nelle stagioni più fredde lavoro solo nel weekend: il resto dei giorni me ne vado camminando».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
In effetti il treruote è pensato proprio per attrarre i più piccoli: come detto è rosa, sulle fiancate ci sono disegnate le scritte colorate dei prodotti venduti e una serie dei personaggi dei cartoni animati. La sua Ape 50 Catalyzed è piccola, un po’ “anziana”, ma dotata di tutto il necessario per conservare e vendere leccornie.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
«Si possono acquistare i treruote già attrezzati per vendere cibo – spiega - ma a Bari non se ne trovano, bisogna andare a Verona dove c’è una ditta che li costruisce e poi costano tanto. Io ho preferito realizzarlo con le mie mani: ho comprato il mezzo e poi l’ho allestito come bancarella». Nicola si avvale anche di un gruppo elettrogeno che gli permette di illuminare il truck e fornire l’elettricità per la macchina dei popcorn.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
«Il frigo è alimentato secondo il metodo antico, cioè “a ghiaccio” – aggiunge –. Così riesco a tenere freschi i gelati e le granite che vendo d’estate, il periodo più produttivo dell’anno. Durante la bella stagione lavoro anche fino all’una di notte».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Nicola mentre ci parla è sorridente, ci dice che ha un figlio di 32 anni ma non ci vuole dire che cosa faceva prima di diventare venditore ambulante, né il perché ha deciso di mettersi a fare questo mestiere, si limita ad affermare di aver fatto «una scelta di vita».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Ci racconta però della Bari di una volta, quando era normale fermarsi per acquistare un cono o dei popcorn. «Prima non c’erano tante rosticcerie, bar e gelaterie – spiega – quindi era più facile convincere gli avventori a comprare. Si facevano più affari. Adesso il gelato acquistato da un ambulante è solo uno sfizio, Bari ha perso la sua natura di città da cibo di strada».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
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Scritto da
Marianna Colasanto
Marianna Colasanto
Foto di
Antonio Caradonna
Antonio Caradonna