Noci, il solitario lago Milecchia: oasi naturalistica da sempre chiusa al pubblico
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venerdì 26 gennaio 2018
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di Nicola Imperiale
La sua storia è questa. Tra la fine degli anni 80 e l’inizio dei 90, il Comune di Noci crea un invaso da destinare all’irrigazione o da sfruttare in caso d’incendio. Nel corso del tempo questo bacino, praticamente inutilizzato, diviene però un rifugio per gli uccelli selvatici, che se ne servono per la sosta e la riproduzione.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Così nel 2012 la Regione Puglia finanzia la sua riqualificazione. Viene previsto non solo di accumulare lì le acque reflue depurate da utilizzare per fini agricoli, ma anche di valorizzare il sito dal punto di vista paesaggistico e naturalistico, elevandolo a “oasi di protezione faunistica”. Il lago, del perimetro di 1,2 chilometri, viene così delimitato da staccionate e sentieri e dotato di panchine e postazioni di birdwatching, per permettere agli amanti dell’ornitologia di godere della vista dei volatili.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Tutto molto bello, peccato che una volta terminati i lavori, nel settembre del 2014, il sito sia stato chiuso e inspiegabilmente mai più riaperto. Oggi i pochi che sono a conoscenza del luogo per usufruirne devono entrare di “straforo”, approfittando di buchi presenti nella recinzione.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Per raggiungerlo bisogna imboccare la provinciale 239 che porta a Noci: al km 9 si gira su una piccola stradina non asfaltata sulla destra, che tra campi e muretti a secco (e senza indicazioni) ci porta direttamente al lago.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Prima di arrivare all’ingresso del sito ci fermiamo a guardare lo specchio d’acqua da un prato di un vicino agriturismo, usato per il pascolo dei bovini. Sembra quasi di ammirare un quadro impressionista.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Incuriositi cerchiamo così un cancello che ci possa permettere di accedere, ma come ben sapevamo, lo troviamo chiuso. Per entrare come detto dobbiamo approfittare di un buco nella rete che circonda il bacino. Una volta oltrepassato il varco incontriamo Lorenzo, un assiduo frequentatore della zona. «Vengo qui a passeggiare ogni volta che posso – ci dice -. Posso affermare che il posto è sempre chiuso e non c’è mai stato un guardiano».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Salutiamo l’uomo e finalmente ci ritroviamo davanti allo specchio d’acqua. La combinazione del celeste del lago e del verde circostante crea un’alchimia di colori che lascia l’osservatore senza fiato. Decidiamo di seguire sulla destra un sentiero alberato che ci permette di circumnavigare il sito, dal quale ci separa una staccionata. Incrociamo così delle panchine e soprattutto dei gazebo di legno e metallo: quelli che permetterebbero di praticare il birdwatching se solo si potesse avere libero accesso al posto.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Approfittiamo di una pedana sopraelevata per scrutare dall’alto la forma irregolare del lago: una lunga lingua quasi triangolare che si fa strada fra i terreni. E in fondo scorgiamo le mucche incontrate in precedenza, che con i loro muggiti regalano vita a questo luogo decisamente solitario.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Superiamo a questo punto la staccionata, scendiamo lentamente e attraversata la vegetazione incolta ci fermiamo sui ciottoli bianchi posti sulla riva. E a un passo dall’acqua trasparente possiamo così osservare il paesaggio, assaporando gli odori della campagna e il silenzio circostante.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Non ci resta ora che dirigerci verso l’uscita, ma mentre siamo concentrati sull’idea che questo luogo possa andare perso a causa dell’abbandono e della trascuratezza, un airone bianco spicca il volo davanti ai nostri occhi, planando lentamente sulla superficie di questo piccolo paradiso.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
(Vedi galleria fotografica)
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Scritto da
Nicola Imperiale
Nicola Imperiale
I commenti
- DOMENICO ABBONDANZA - come molte cose belle di queste parti non vengono valorizzate primo per il suo interesse secondo per il lavoro che manca e molto perchè si potrebbe creare un piccolo punto ristoro con qualche vigilanza ecc ecc