Vivere di pesca e musica girando l'Australia con un camper: è la storia di Nunzio
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martedì 8 settembre 2020
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di Mina Barcone
E pensare che il soggiorno in Oceania, perlomeno nei suoi piani originari, doveva essere solo temporaneo. «Tutto iniziò sette anni fa - racconta - quando sentii l'esigenza di passare all'estero qualche mese per imparare l'inglese. Per aumentare la mia dimestichezza con la lingua, scelsi l'Australia: a convincermi fu un mio amico che risiedeva a Perth, innamorato dell’isola».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
I consigli si rivelarono preziosi. «All'inizio della mia permanenza mi appoggiai da questo mio conoscente - prosegue moskito - e subito ebbi modo di organizzare workshop di percussioni e spettacoli di samba, la mia specialità. Il tutto anche grazie all'Holiday Working Visa, un tipo di visto che permette agli stranieri di lavorare in Australia per un anno, richiedibile fino al 31esimo anno di età».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
I successi lavorativi indussero però Nunzio a cercare di prolungare la sua visita nello stato anglofono. «Ero rimasto stregato dalla pulizia, dal senso civico e dalle politiche di contrasto all'inquinamento del posto - spiega l'artista -: tutti temi a cui do grande importanza. Il mio desiderio si esaudì quando capii di poter usufruire del Distingueshed Talent Visa, un'altra tipologia di visto che consente a professionisti della cultura di prendere la cittadinanza australiana. Del resto nel frattempo avevo messo su una compagnia tutta mia: la Sambozzy, che tuttora fa show per tutto il Paese».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Da quel momento a colpire non è solo velocità con cui il ragazzo si ambienta dalla parte opposta del globo, bensì il nuovo stile di vita che adotta. Nunzio, affascinato dalle bellezze naturali della sua nuova "patria", acquista un fuoristrada e lo trasforma fino a farlo assomigliare a un vero e proprio camper. Il mezzo diventa la sua casa, con la quale si sposta di continuo lungo le coste occidentali dell'isola.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
«Mi piace visitare sempre nuove spiagge e darmi alla pesca - incalza il percussionista - . Ciò che catturo diventa cibo da condividere con amici o con coloro che si offrono di custodire momentaneamente i miei strumenti nelle loro abitazioni».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Un'abilità, quella di procurarsi da mangiare con canne e ami, sviluppata con fatica. «Sono partito quasi da zero - ammette -. All'inizio usavo fili sottili, gli stessi che adoperavo in Italia, che però venivano spezzati dai grandi animali che popolano queste acque. Ora invece riesco a "destreggiarmi" grazie alla tecnica del surfcasting, con cui riesco a lanciare l'esca a grande distanza dalla riva».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Il musicista ci mostra le sorprendenti foto delle sue prede. Il primo è un dhufish, "bestia" lunga 67 centimetri e pesante addirittura 10 chili. D'altronde a quelle latitudini è comune trovare specie così grosse: tra le immagini spicca per esempio la “blue groper”, la cernia australiana di colore azzurro intenso.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
«Impressionanti sono anche i dentici australiani e i calamari - sottolinea il napoletano -: ne ho preso uno di un chilo nello splendido scenario di Ningaloo, barriera corallina della zona di Exmouth».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Già, perchè questo modo di nutrirsi gli consente anche di osservare paesaggi da urlo. È il caso dello Stokes National Park, sulle cui coste si infrangono onde di 20 metri, ma anche dell'acqua cristallina di Duke Orleans, raggiungibile solo con lunghi attraversamenti in fuoristrada. «Gli ambienti sono così incontaminati per via della severità dei ranger locali - precisa Nunzio -. Ci sono zone dove non ci si può fermare neanche per una sosta».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
La preservazione di questi luoghi è favorita anche da questioni geografiche. La popolazione dell'isola si concentra in poche grandi città, lasciando il resto del territorio libero da qualsiasi attività umana. «Una situazione che però deve indurre chi si avventura nelle zone disabitate a tenere gli occhi aperti - puntualizza l'espatriato -. A Ningaloo uno squalo di tre metri urtò il mio kayak, mentre nelle aree interne feci "conoscenza" con un tiger snake, rettile molto velenoso. Stessa cosa per il polpo conosciuto come blue ring octopus, le cui tossine sono letali».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
E in quelle poche volte che Nunzio torna nella "civiltà", il cambiamento non è affatto traumatico. «I grandi centri abitati sono pieni di parchi e laghetti - chiarisce il 38enne -. Spesso poi le persone camminano a piedi scalzi e a torso nudo: qui nessuno ti giudica se passeggi senza alcuni "classici" indumenti».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Nunzio insomma non ne vuole sapere di tornare indietro, nemmeno di fronte al dilagare del Covid-19. «Durante il lockdown il governo australiano ha sostenuto economicamente i suoi cittadini - conclude il percussionista -. E poi, quale miglior posto di una spiaggia incontaminata per passare i periodi di isolamento?».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
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Mina Barcone
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