I fruttariani, coloro che non mangiano neanche la verdura: «Perchè le piante soffrono»
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martedì 17 dicembre 2013
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di Mina Barcone
Cosa mangiano i fruttariani?
Solo ed esclusivamente frutta. Noi non solo rifiutiamo il consumo di carne, pesce e dei prodotti di origine animale come latte e uova, ma diciamo “no” anche a tutti i tipi di verdure e di piante. Ai fiori (girasole, papavero, camomilla), alle radici e ai fusti (rape, carote, cipolle, asparagi, carciofi), alle foglie (menta, basilico, origano, alloro, lattuga ) e ai semi (girasole, caffè, zucca, pistacchio). C'è da precisare invece che zucchine, pomodori, zucca, fagiolini, cetrioli e peperoni sono da considerarsi frutti e non verdure. Le piante sono tutti dannose per l’organismo umano, oltre al fatto che mangiando verdure si genera sofferenza.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
E chi si fa soffrire?
Le piante, ovvio. Noi consideriamo il veganismo un controsenso, in quanto se eticamente si ha una visione non violenta della vita, come si può allora non tener conto della sofferenza delle piante? La scienza ha dimostrato che le piante soffrono al pari di qualsiasi essere vivente.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
E il frutto non soffre?
Il frutto non è un essere vivente, è un prodotto della piante che ricopre un seme, quindi non vive e non reagisce agli stimoli esterni e molto spesso deve essere mangiato da un animale al fine di essere defecato con il seme stesso così da essere ben concimato. In sostanza in natura la pianta produce la polpa, il frutto, affinchè il seme contenuto al suo interno venga consumato lontano da essa. Non può crescere un seme accanto all'albero madre dato che quest'ultima ruberebbe sole e acqua al germoglio.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Ma mangiare le verdure serve al nostro organismo...Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Macchè. Bisogna considerare che le piante si difendono da qualunque predatore producendo in continuazione tossine: i metaboliti secondari killer, che fanno malissimo al corpo umano.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Quindi secondo voi solo il frutto ha effetti benefici sull’uomo.
Non proprio, anche il frutto non maturo contiene acidi dannosi per il nostro organismo. Per questo non bisogna raccogliere il frutto non ancora maturo, né tanto meno cucinarlo: con il calore infatti vengono sprigionate tossine molto dannose.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Incontrerete parecchie difficoltà nel mangiare, visti i tanti limiti che vi imponete.
Sì,nella società attuale è un impresa essere fruttariani in maniera continuativa. Molti fruttariani infatti alternano sei mesi di fruttarismo e sei mesi di veganismo. Viviamo in un mondo dove tutti mettono in bocca tossine è difficile sopravvivere in mezzo ai “drogati”.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Ma da dove nasce il fruttarismo?
Il fruttarismo sostenibile si rifà ad una monumentale opera scientifica che prende il none di "Specie umana progetto 3M". Questa particolare dottrina alimentare, nasce dalle scoperte del biologo francese George Cuvies che ai primi dell 800 diede vita all'anatomia comparata. Ma è solo tra gli anni 80 e 90 del secolo scorso che il chimico naturalista Armando D'Elia, il più grande e preparato sostenitore del fruttarismo, attraverso i suoi studi conferisce scientificità al “mangiare solo frutta”.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Avete un pensiero politico comune?
Sì. Attraverso il fruttarismo si potrà attuare una rivoluzione sociale, con un impatto ambientale ai minimi termini e senza uccisioni di animali e piante. Vivremmo tutti in simbiosi. Inoltre sarebbero eliminate patologie depressione, agressività, schizofrenia e tutti gli stati d’animo negativi. Una corretta alimentazione fruttariana, infatti, porta in circolo le indolamine, neurotrasmettitori della serenità e del benessere psicofisico.
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