Campionato mondiale di ornitologia: 27mila uccelli nella Fiera del Levante
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venerdì 24 gennaio 2014
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di Eugenio Orsi
Abbiamo parlato con Agostino Vitrano, un ornicoltore di Modugno che è stato più volte campione italiano e mondiale, per capire l’importanza di questo evento per chi ama i volatili.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Come si fa a partecipare a un campionato mondiale di ornitologia?
Per prima cosa bisogna essere iscritti alla Foi, la Federazione ornicoltori italiani. Quando nascono gli uccelli si attacca loro un anellino a una zampa con il “codice Rna” di appartenenza all’allevatore con un numero progressivo e l’anno di nascita del volatile. E dopo la muta si scelgono gli esemplari migliori per partecipare a mostre e campionati federali regionali, nazionali ed internazionali. Prima però li si abitua a stare in gabbia da mostra e si cura con molta attenzione il piumaggio, attraverso particolari lavaggi e una determinata alimentazione. Quest’anno parteciperemo ai campionati mondiali con 20 volatili: canarini bicolore e cardinalini del Venezuela, oltre a due pappagalli.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
In che modo vengono organizzate le gare?
Si suddividono gli uccelli in categorie, in base alla loro razza e al loro colore. Le gare possono essere singole o “stam 4”: quattro uccelli concorrenti, ovviamente simili, ai quali viene assegnato prima un voto separatamente e solo dopo un giudizio collettivo, indice dell’armonia di gruppo. Tuttavia giudicare i volatili in gara non è un gioco da ragazzi, ad esempio solo per i canarini esiste un regolamento per i criteri di giudizio della Foi, di oltre 50 pagine, che specifica i punteggi da assegnare in base al tipo di colore, al disegno della testa, del dorso, del petto delle spalle, del codione o al piumaggio, che dovrà essere completo, intatto, uniforme, liscio, compatto, serico e brillante.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Che cosa si vince?
Soldi non se ne sono mai visti. Come ricompensa per la vittoria di una competizione si ottengono i diplomi che attestano la qualifica di campione mondiale o nazionale che sia e a volte delle medaglie. Tutto il nostro lavoro è svolto veramente per passione, diciamo che questi riconoscimenti accrescono sicuramente la nostra fama, ma sempre nell'ambito degli ornicoltori. Magari si viene interpellati per consigli o per scambi di esemplari.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Gli uccelli più belli, quelli che vincono, vengono messi in vendita?
Esiste un mercato di scambio: gli ornicoltori iscritti al Foi mettono i propri esemplari in lista per “barattarlo” con un altro volatile. In Fiera quest’anno ci saranno più di centomila uccelli esposti per essere scambiati. Speriamo di fare qualche affare.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Il sito del 62esimo Campionato mondiale di ornitologia: www.bari2014.it
© RIPRODUZIONE RISERVATA Barinedita
Scritto da
Eugenio Orsi
Eugenio Orsi
I commenti
- PIETRO - CHE SO IO SI VENDONO CON EURI
- WWF BARI - Il WWF Bari esprime la sua più totale contrarietà alla manifestazione “Mostra mercato e Campionato mondiale di ornitologia” che in corso a Bari dal 17 al 26 gennaio 2014 presso la Fiera del Levante e che ha come finalità quello di esporre un massiccio numero di uccelli domesticati di varie specie (all’incirca 27000 provenienti da tutto il mondo) in spazi limitati e limitanti per gli animali stessi. Oltre ad essere profondamente contrari a questo tipo di mercificazione di esseri viventi, il motivo cardine che ci desta maggior preoccupazione è lo stato in cui i poveri animali sono costretti a stare, privati della loro naturale libertà e rinchiusi all’interno di uno stand della “FIERA DEL LEVANTE” per il piacere personale di pochi. E’ palese, infatti, che tutti i piccoli volatili siano obbligati a restare chiusi in gabbie piccolissime e assai scomode, che subiscano quotidianamente e, per tutta la durata della manifestazione, un elevatissimo stress, causato: dalle particolari problematiche legate all’ambiente circostante (assolutamente non consono al loro originale habitat naturale); dal continuo via vai di persone all’interno dell’area espositiva; dal rumore assordante che si crea in un luogo chiuso come quello in cui si è deciso di realizzare la manifestazione; dalle ridotte dimensioni delle gabbie che impediscono un adeguato spazio di volo per gli animali; dal trasporto e dalla relativa movimentazione frenetica delle gabbie. E’ proprio questo sistema di “produzione e distribuzione” (termini barbari quando applicati a degli esseri viventi) che sta dietro ad iniziative del genere che, alla lunga (e questo la nostra Associazione non lo può permettere in alcun modo), può provocare, con estrema facilità, la morte per sopraggiunto attacco di cuore, dei piccoli animali. E’ inoltre importante tener presente che, le specie esotiche (o aliene) sono specie che hanno un'origine esterna rispetto all'ambiente nel quale l'uomo le introduce (volontariamente, e nella maggior parte dei casi a scopo commerciale o decorativo, oppure involontariamente tramite i viaggi). Alcune specie aliene possono non sopravvivere, sopravvivere solo in cattività con l'aiuto dell'uomo, oppure adattarsi in maniera eccellente al nuovo habitat. In questo caso prosperano e si riproducono entrando in competizione con le specie del luogo (o autoctone) e in alcuni casi queste ultime soccombono. Infatti, tali specie, sia animali che vegetali, provengono da ecosistemi radicalmente diversi dal nostro e, se immesse nel nostro territorio sia per colpa sia per dolo, magari perché non più di nostro gradimento o perché non più in grado di prendercene cura, ne andrebbero ad alterare irreparabilmente il già fragilissimo equilibrio. Potrebbe sembrare un processo alle intenzioni, ma la nostra associazione è, ormai da troppo tempo, testimone del recupero di numerosi esemplari di specie esotiche che vengono abbandonate in luoghi non idonei, recuperate dai nostri attivisti e/o encomiabili cittadini e successivamente consegnate in strutture che, loro malgrado, non sempre hanno i mezzi per accudirle in modo adeguato. Pertanto, il WWF Bari invita a non partecipare a questo tipo di iniziative, in particolar modo alla suddetta, ed altresì a contribuire a far nascere nei propri parenti, amici e conoscenti la consapevolezza che una nostra azione, seppur all'apparenza innocua, può celare sofferenze e contribuire a causare danni irreparabili. Infine i soci e gli attivisti del WWF Bari chiedono al sindaco Michele Emiliano, al presidente prof. Francesco Schittulli al Presidente Nichi Vendola e al presidente Marcello Pittella di ritirare e di non concedere mai più il loro patrocinio per manifestazioni di questo tipo.