Il Flair, quando il barman diventa acrobatico: «Ma a Bari sono capaci in 5 o 6»
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martedì 2 settembre 2014
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di Nicola Paparella
Ma come si impara il flair? Ci sono barman capaci? E soprattutto ci sono proprietari di locali che investono in questo tipo di spettacolo, magari rischiando la rottura di qualche bicchiere o bottiglia? A Bari assistere al flair è in realtà cosa veramente rara.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
«Il flair è un valore aggiunto – afferma Nicola Milella che lavora in un locale sul lungomare di Bari (vedi video 1) -. Ma nel capoluogo pugliese siamo in pochissimi a metterlo in pratica. Dai gestori ci viene chiesta la velocità nel servire: il cliente non deve aspettare. E quindi è difficile riuscire a dilettarsi nei volteggi. Anche se quando riesco a fare un po’ di flair la gente non sbatte neanche le palpebre per paura di perdersi un passaggio».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
«Qui non c’è molta cultura del flair, ma prima di tutto non c’è la cultura del barman, che è visto solo come colui dispensa alcool - afferma Angelo Lodispoto, 26enne barman acrobatico che lavora in un locale a Bitonto (vedi video 2) -. Quando faccio flair il pubblico però risponde sempre con entusiasmo, è decisamente un tipo di spettacolo che attira i clienti». Anche se, come sottolinea Flavio, che lavora in un locale in piazza Mercantile «è soprattutto il contenuto del cocktail a interessare il cliente. Per quanto il flair sia spettacolare, conta di più l’approccio col cliente e la fantasia nel preparare le bevande».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Maestro indiscusso del flair in terra di Bari è il 31enne Alessandro Manzari, di Palese, che ha anche vinto una gara mondiale di questa disciplina. «Partiamo subito col dire che fuori dall’Italia il flair è molto più apprezzato – afferma Alessandro -. Attualmente lavoro a Londra, dove c’è più libertà d’espressione in tal senso. Qui è un fenomeno che è stato mutuato male in moda: molti si improvvisano barman freestyle ma finiscono con lo scimmiottare i movimenti e sbagliare, sporcando dappertutto. Insomma c’è molta, troppa improvvisazione. Questa per me è un’arte e ci vuole esercizio e dedizione».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
In effetti per praticare il flair bisogna essere dotati di grande manualità. A Bari ci sono corsi ad hoc, tra cui quello tenuto dall’istruttore Luca Morelli, proprietario di un locale a Bari vecchia. «Ho formato molti baristi – ci confida -. A Bari sono in pochi a saperlo fare, un 5 o 6 in tutto (vedi foto galleria). Insegno quelle che si chiamano “routine”, l’insieme di movimenti finalizzati a fare scena. I più importanti sono il “flip”, che consiste nel lanciare la bottiglia in aria facendola capovolgere per poi afferrarla, lo “spin”, cioè far ruotare il bicchiere sul palmo della mano e il “flat”, che prevede il lancio della bottiglia per poi afferrarla con la mano dietro la schiena».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Ma anche Luca è dello stesso avviso degli altri: «Qui non è molto in voga perché spesso i banconi dei locali risultano essere troppo stretti per questo tipo di esibizione e il cliente preferisce bere subito piuttosto che vedere evoluzioni e lanci di bicchieri per aria. In definitiva i proprietari non la richiedono perché fa perdere tempo, la vedono come una cosa fine a sé stessa». E conclude: «Dieci anni fa il flairtending andava di moda, ma è anche vero che stava diventando troppo inflazionato. Si era tra l’altro perso di vista quello che è il vero obiettivo di un barman e cioè preparare un buon cocktail al cliente. Noi istruttori ironizziamo spesso su questa cosa. Nel senso, sei bravissimo a fare flair, ma il Negroni dov’è?».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Nel video 1 l’esibizione di Nicola Milella:
Nel video 2 l’esibizione di Angelo Lodispoto:
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Scritto da
Nicola Paparella
Nicola Paparella