Far risaltare un prodotto in vetrina: è l'arte dei ''visual merchandiser''
Letto: 7917 volte
giovedì 16 ottobre 2014
Letto: 7917 volte
di Bianca Cataldi
«Il nostro obiettivo è vendere il prodotto - spiega Mario Tempesta, direttore della scuola Team Vetrinisti di Valenzano -. La vetrina è comunicazione. Anche la combinazione dei colori deve essere attraente. Dobbiamo essere costantemente aggiornati sugli ultimi trend e rimanere al passo con il cliente per potergli sempre presentare ciò che vuole».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Attrarre la clientela e convincerla della bontà di un prodotto: è questo un ruolo che in passato competeva quasi esclusivamente agli addetti alla vendita, ovvero ai commessi. «I negozi richiedono sempre più vetrinisti e meno addetti alla vendita – dice Tempesta -. La figura tradizionale della commessa che si avvicina e chiede la taglia è superata. Ora il cliente è molto più indipendente: sceglie il capo già a partire dalla vetrina ed è in grado di procurarselo e provarlo autonomamente».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
I visual infatti non si occupano soltanto delle vetrine ma anche dell'organizzazione interna del negozio. In passato i prodotti erano "nascosti": le scarpe nelle loro scatole, i maglioni nel cellophane, i cosmetici nelle confezioni. Ora tutto deve essere a portata di mano, pronto per essere visto e scelto anche senza l'aiuto di un commesso. Un cliente qualunque può entrare in una profumeria e spruzzarsi un'essenza sul polso o provare un paio di sandali in un negozio di scarpe trovando da sé il proprio numero.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
«Prendiamo l'esempio dell'ottico - spiega Tempesta -. Prima si entrava, si domandava alla commessa di poter vedere le montature e lei ti chiedeva "Da sole o da vista?". Adesso non c'è nessuno che ti faccia una domanda del genere perché il negozio è diviso in due parti: da un lato gli occhiali da sole e dall'altro quelli da vista. Magari io entro per comprare gli occhiali da sole ma poi vedo anche quelli da vista e compro entrambi. Questo vuol dire mettere in mostra il prodotto e incrementare le vendite».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
L'esposizione del prodotto però non è certo affidata al caso: colori, dimensioni, accostamenti sono il frutto di uno studio fatto a tavolino con delle prove di vetrina su cartoncino e disegni fatti a mano. «Ciò che intendiamo vendere deve risultare in primo piano. In passato venivano realizzate vere e proprie scenografie in vetrina, poi si è capito che questo offuscava il prodotto. Adesso le vetrine sono semplici ma efficaci», racconta Tempesta, che lavora da 40 anni nel campo della vetrinistica e che insegna questa mestiere a Valenzano. Perché per diventare vetrinisti è necessario seguire corsi privati di visual merchandising: non vengono richieste conoscenze pregresse e non sono imposti limiti d'età.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Il visual però lavora in modo diverso a seconda che il cliente sia un privato o un franchising e guadagna anche in modo differente. «Noi dipendiamo dalla sede centrale di Milano - dichiara un'addetta alle vendite di Emporio Armani in via Sparano - ogni due settimane il visual riceve diverse proposte di vetrine già studiate e progettate in Lombardia e sceglie quale applicare a noi». Dunque chi lavora per il franchising deve sottostare a regole ben precise e a uno stipendio fisso deciso dall'azienda. In questi casi il compenso di un visual si aggira intorno ai cento euro a vetrina al netto delle spese per i materiali.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Un visual scelto dai “liberi” negozianti (non in franchising) può invece modificare il prezzo a seconda della complessità della vetrina e del valore dei materiali. In questo caso il vetrinista è anche più libero di esprimere appieno la propria “arte”. Fermo restando che dovrà comunque rispettare il volere del proprietario del negozio, può spaziare nella scelta dei materiali da usare per la scenografia (dagli elementi naturali come pietre e fiori alla plastica e ai tessuti) e può anche sperimentare nuovi accostamenti di colori e di forme, sempre tenendo a mente la regola numero uno del visual: far risaltare il prodotto. (Vedi foto galleria)
© RIPRODUZIONE RISERVATA Barinedita
Scritto da
Bianca Cataldi
Bianca Cataldi