di Nicola Paparella

Il mondo delle lavanderie a gettoni, popolato da immigrati e fuorisede
BARI – Le abbiamo viste per anni nei film e nelle pubblicità americane e ora le “laundry room”,  le mitiche lavanderie a gettoni, sono arrivate anche da noi. Figlie della globalizzazione e del multiculturalismo, questi sono i posti dove chi non ha la lavatrice a casa porta i propri panni sporchi per lavarli in maniera autonoma, azionando semplicemente la macchina dopo aver messo dentro qualche euro. I suoi clienti? Immigrati soprattutto, ma anche studenti fuori sede.  

A Bari sono presenti parecchie lavanderie, tutte aperte dalle 9 alle 20. Dentro troviamo lavatrici disposte in fila, distributori di detersivi, ammorbidenti, ma anche un distributore automatico di caffè, dei comodi divani, wi-fi libero e in alcuni casi libri da leggere nell’attesa. Rita lavora in un esercizio in via Toma e ci dice: «La clientela qui è composta da immigrati, militari, studenti fuorisede ed erasmus. Anche se a volte abbiamo avuto visite inaspettate, come quella dell’ex calciatore del Bari Diaw Doudou e del cantante Cesare Cremonini che passò a lasciare la sua roba dopo un concerto».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

E sembra che questi siano posti diventino a un certo punto anche luoghi di aggregazione. «Lavaggio e asciugatura portano via un’ora in tutto e quindi capita di scambiare che nel frattempo persone sconosciute tra di loro scambino due parole – afferma Rita -. Mi è capitato anche di assistere a gente che ha stretto amicizia e si è scambiata i numeri di cellulare».­
 
«E’ un punto d’incontro, certo – conferma Alberto, che lavora in una lavanderia di via Crisanzio -. Il bello di questi posti è il contatto umano: a volte sono io a presentare tra di loro i clienti». Qui non è raro che nell’attesa ci sia chi compri da mangiare e da bere, offrendo agli altri clienti un caffè o un’aranciata e capita anche, come dice Alberto «di assistere a concerti improvvisati: c’è chi porta una chitarra, chi le percussioni e nell’attesa si suona tutti insieme». (Vedi foto galleria)

Mentre parliamo con il proprietario vediamo entrare Janko, 30enne senegalese. Entra e sorride affabile, poi chiede se è possibile lavare la sua roba e soprattutto smacchiare il colletto della sua camicia a mano, senza dover pagare un sovrapprezzo. Gli viene risposto di sì e lui canticchiando allegramente comincia a mettere la sua roba in lavatrice, avendo cura di tirare fuori a parte la camicia e sottoporla all’attenzione di Alberto, che inizia a sfregare con forza sul colletto. Lui intanto si siede e si connette ad internet dal suo cellulare tramite wi-fi. Dieci minuti dopo entra il bengalese Nasim, anche lui sulla trentina, noto per la sua peculiarità di non far toccare a nessuno la sua roba da lavare. «Io sono l’unica che può aiutarlo con il lavaggio o a piegare le coperte, si fida solo di me, non ho mai capito il perchè», puntualizza Fofi (di origini greche), che lavora nella lavanderia.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)


E’ il turno di Sadat, 23 anni del Bangladesh. La cosa che ci colpisce è che non ha con sé roba da lavare. Si siede e comincia a scambiare chiacchiere coi proprietari e quando gli chiediamo il motivo della sua visita sorride ci dice: «Non vengo qui solo per lavare le mie cose. Chiedo consigli a loro, mi hanno aiutato in faccende come fare i documenti o trovare dei lavoretti. Lo trovo un posto accogliente, qui incontro anche ragazzi del mio Paese, diciamo che ci facciamo forza a vicenda».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

E anche le lavanderie a gettoni hanno i loro aneddoti curiosi. «Una signora pretendeva che la risarcissi perché riteneva che il lavaggio le avesse rovinato il suo cappotto – ricorda Giulia, che lavora in via Dante -. Le sfuggiva che questo è un self-service e noi non abbiamo alcun tipo di responsabilità». E ancora Rita: «Una volta degli inglesi hanno cominciato a spogliarsi pensando di dover lavare i loro vestiti sul momento. Ho dovuto spiegare loro che non potevano e dovevano portare con loro la roba da lavare».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Forse si ricordavano della pubblicità della Levi’s:


 


© RIPRODUZIONE RISERVATA Barinedita
L'interno della lavanderia a gettoni sita in via Toma
Un prezzario e delle lavatrici a gettoni all'interno della lavanderia automatica di via Crisanzio
Concerto improvvisato nella lavanderia in via Crisanzio
Un piacevole e inaspettato intermezzo musicale in lavanderia
Un immigrato balla con una bambina
Alcuni clienti all'interno della lavanderia in via Dante. Sul tavolo cibo e bevande
Lavatrici a gettoni in via Dante



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  • elena - "A Bari sono presenti parecchie lavanderie, tutte aperte dalle 9 alle 20. Le più centrali si trovano in via Toma, in via Crisanzio e in via Dante" forse non Le hanno detto che ce n'è anche un'altra di lavanderia self-service in centro, la LavaExpress in Via Piccinni 161, più centrale di questa... Ci venga a trovare, così magari potrà parlare anche di noi che siamo in esercizio già da luglio 2006.


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