di Ilaria Palumbo

Mola, la rara e antica "fabbrica del ghiaccio": «E' l'unica del genere rimasta in Puglia»
MOLA DI BARI – Una rara “fabbrica del ghiaccio”. E’ quella che si trova a Mola di Bari, paese in cui dagli inizi degli anni 60 la famiglia La Padula sforna blocchi di ghiaccio dal peso di 25 kg ciascuno: colonne lunghe un metro e spesse 25 centimetri fatte per durare ore ed ore prima di sciogliersi.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Una fabbrica unica in Puglia e tra le poche di questo tipo ancora esistenti in Italia, visto che dagli anni 80 con l’avvento dei camion frigoriferi non c’è stato più bisogno, durante il trasporto di alimenti, di accompagnare la merce con del ghiaccio preconfezionato. E bar e ristoranti nel frattempo hanno cominciato a servirsi da ditte specializzate nella produzione di formati più “maneggevoli” come ghiaccio granulare, a scaglie o cubetti.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

«Inizialmente eravamo 50 aziende in tutta la provincia di Bari e Taranto, poi una alla volta hanno chiuso tutte e ormai siamo rimasti solo noi, anche se non so ancora per quanto tempo», ci dice sconsolato il 60enne Giorgio La Padula, che ha iniziato a lavorare con il padre Riccardo quando aveva appena 10 anni e che da tempo è a capo dell’impresa.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

All’epoca la fabbrica era fiorente e rappresentava per la cittadinanza molese e non un’essenziale risorsa. «Negli anni 60 quando non tutte le famiglie avevano ancora il frigorifero si andava da La Padula per comprare una stecca di ghiaccio - ricorda la 94enne molese Nina -. La si avvolgeva in un fazzoletto di juta e la si rompeva poi con il martello in piccoli pezzi, principalmente per conservare frutta e verdura di giornata, ma anche per rinfrescare l’acqua e il vino».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Da allora è passato tanto tempo, ma la struttura si trova sempre lì, sull’ex strada statale 16 Adriatica: la via che collega Mola alla frazione di Cozze, in vicinanza del cimitero e a due passi dalla chiesa circolare della Madonna delle Grazie.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Basta varcare un cancello bianco per ritrovarsi in un ampio spiazzale: a sinistra un piccolo angolo adibito a parcheggio e a destra la fabbrica vera e propria, dove i macchinari sono già in funzione. Ad attrarci è proprio l’aria fresca emanata dal ghiaccio appena formato.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

All’interno si trova un grande ambiente dove padroneggia al centro una grande vasca piena d’acqua ricoperta da alcune tavole di legno, circondata da tanti tubi e sopra cui volteggiano numerosi parallelepipedi che intuiamo essere gli stampi per il ghiaccio. (Vedi foto galleria)


Giorgio ci accoglie con pantaloncini, stivali di gomma e un grande sorriso. Si fa aiutare dal 60enne Vito (che si presenta anche lui con stivali, grembiule, guanti in lattice e una simpatica maglietta con scritto sopra “occhi&belli”) e dal 40enne Mimmo, che però non riusciamo a scorgere perché si trova nella cella frigorifera per sistemare il ghiaccio prodotto.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

La Padula ci spiega che loro qui eseguono un processo definito “per allagamento” (vedi video). «Ci sono 640 stampi pieni di acqua dolce di acquedotto – ci dice – che, sorretti da un portastampi, vengono immersi 16 alla volta in una vasca lunga 15 metri e larga 4, al cui interno c’è dell’acqua salata 20 volte più del mare. Tramite un compressore – continua – viene sprigionato freddo in due serpentine in cui circola ammoniaca in forma gassosa. Le serpentine, essendo a contatto con l’acqua salata che circonda gli stampi, fanno scendere la temperatura fino a -8 gradi, permettendo la formazione del ghiaccio nei blocchi che vengono ribaltati e poi conservati nella cella frigorifera. Il tutto non dura più di qualche minuto».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Un lavoro manuale faticoso e allo stesso tempo affascinante, che durante i periodi più produttivi poteva impegnare i dipendenti anche giorno e notte, senza interruzioni. «Arrivavamo a creare 2000-3000 colonne al giorno -  ricorda il proprietario -. Questo tipo di ghiaccio era infatti utilizzato nelle grandi esportazioni di alimenti che avvenivano tramite i vagoni ferroviari: su ogni carro venivano sistemate 200 colonne di ghiaccio attorno a frutta e verdura, permettendo così di conservarle durante il trasporto».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Poi però negli anni 80 sono arrivati i camion frigoriferi e per fabbriche come questa è stato l’inizio della fine. «Negli anni 90 per tenerci a galla abbiamo cominciato a rifornire pescatori e marinai – afferma Giorgio - ma anche loro da un po’ di tempo si sono attrezzati con piccole macchine che fanno ghiaccio in piccole dimensioni e non hanno più avuto bisogno di noi. Ora produciamo ghiaccio giusto per feste ed eventi o quando gli apparecchi delle pescherie si rompono. Questa settimana lavoriamo solo perché tra qualche giorno a Mola ci sarà la Sagra del Polpo e stiamo avendo così numerose richieste. Ma durante l’annno facciamo molto poco e a malapena riusciamo a rientrare con le spese».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Non ci resta a questo punto che lasciare l’edificio: quando usciamo sono le 10 di mattina e il termometro segna già 28 gradi. «Se non altro in estate stiamo freschi qui», ci dice scherzando Giorgio, prima di rientrare e dissolversi nella sua antica fabbrica del ghiaccio.  

(Vedi galleria fotografica)

Nel video (di Gianni de Bartolo) le fasi della produzione del ghiaccio nella fabbrica di Mola:


 


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L'entrata della fabbrica del ghiaccio di Mola
Ad accoglierci ci sono il proprietario Giorgio La Padula e il 60enne Vito che si presenta con una simpatica maglietta con scritto sopra “occhi&belli”
Qui vengono prodotti blocchi di ghiaccio dal peso di 25 kg ciascuno: colonne lunghe un metro e spesse 25 centimetri fatte per durare ore ed ore prima di sciogliersi
Siamo in un grande ambiente dove padroneggia al centro una grande vasca piena d’acqua ricoperta da tavole di legno, circondata da tanti tubi
Sopra volteggiano numerosi parallelepipedi che intuiamo essere gli stampi per il ghiaccio
Il ghiaccio viene prodotto per "allagamento". Ci sono 640 stampi pieni di acqua dolce di acquedotto che, sorretti da un portastampi, vengono immersi 16 alla volta in una vasca lunga 15 metri e larga 4, al cui interno invece c’è dell’acqua salata 20 volte più del mare
Tramite un compressore viene sprigionato freddo in due serpentine in cui circola ammoniaca in forma gassosa. Le serpentine, essendo a contatto con l’acqua salata che circonda gli stampi, fanno scendere la temperatura fino a -8 gradi, permettendo la formazione del ghiaccio nei blocchi
I blocchi vengono poi ribaltati..
...e poi conservati nella cella frigorifera
La cella frigorifera



Ilaria Palumbo
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  • Vito Leone - Vorrei sapere se è ancora in attività e come posso mettermi in contatto con questa fabbrica.


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